(ANSA) Amazon finisce di nuovo sotto l’occhio dei riflettori, in Europa, per le dure condizioni di lavoro a cui sottopone i suoi dipendenti. Stavolta è un’inchiesta della britannica Bbc a svelare retroscena poco noti, mentre in Germania le organizzazioni sindacali hanno dato il via a una serie di agitazioni. Proprio sotto Natale, il periodo più importante per gli affari della multinazionale. E’ ormai lungo tempo che in Germania i media hanno messo il colosso Usa della vendita al dettaglio online nel mirino. Diverse inchieste hanno svelato situazioni al limite della legalità, con turni di lavoro massacranti, dormitori per i lavoratori ‘precettati’ all’estero e controllati da agenzie per la sicurezza poco specchiate. Oltre a pochissima tolleranza per i giornalisti. Anche l’ingresso dei sindacati nella gestione del rapporto di lavoro con l’azienda è stato un processo lungo e complicato, che oggi tuttavia inizia a dare i primi frutti. Ieri il sindacato dei servizi Ver.di ha dato il via a una serie di iniziative per forzare Amazon a inquadrare i propri dipendenti tedeschi nel contratto della categoria del commercio al dettaglio e per corrispondenza. Centinaia, forse un migliaio di dipendenti hanno incrociato ieri le braccia nei centri di distribuzione di Bad Hersfeld e Lipsia. ”E ci riserviamo la possibilità di indire nuove agitazioni con un breve preavviso”, ha spiegato ieri una portavoce di Ver.di. In altre parole ”continueremo a infilare spilli negli affari di Natale” di Amazon, ha rincarato il sindacalista Joerg Lauenroth-Mago. La contrapposizione tra sindacati e azienda in Germania va avanti dall’estate. Ver.di vuole l’applicazioni di un contratto diverso dall’attuale, quello della logistica, che attualmente prevede paghe orarie più basse e condizioni meno vantaggiose per i circa 9mila lavoratori di Amazon impiegati negli otto centri tedeschi. I bonus natalizi che solo quest’anno Amazon ha introdotto per i suoi dipendenti tedeschi sono ancora lontani da quanto spetterebbe loro secondo i contratti di categoria adeguati, attacca il sindacato. Nonostante le proteste Amazon rimane però ferma sulle proprie posizioni, a parole per niente intimidita dagli scioperi che ”non hanno avuto alcun effetto sulle spedizioni ai clienti”. ”Curiamo un rapporto diretto con la nostra gente attraverso i consigli aziendali e i forum con i lavoratori”, ha spiegato a Die Welt Dave Clark, membro della presidenza responsabile per l’espansione logistica. ”Ver.di non è parte di questo rapporto, di conseguenza non gli dedico molto tempo”. Più tempo dovrà forse dedicare Amazon a chiarire invece quanto emerso dall’inchiesta giornalistica di Bbc sul centro gallese di Swansea. Il reporter Adam Littler, sotto copertura, nel suo turno di lavoro da 10,5 ore ha camminato da una parte all’altra del magazzino per quasi 18 chilometri, mettendo negli scaffali in media un’ordinazione ogni 33 secondi. Il tutto è stato registrato dallo scanner da lui utilizzato. Che a guardarlo con occhi diversi potrebbe essere considerato un controllore elettronico: chi lavora troppo lentamente o fa troppi errori, secondo Bbc, rischia misure disciplinari e multe. ‘Siamo macchine, siamo robot”, ha detto Littler a fine turno. ”La sicurezza dei nostri dipendenti è la nostra priorità”, ha risposto Amazon in una nota all’inchiesta targata Bbc: ”Seguiamo tutte le regole e il diritto del lavoro”, si legge. Forse, a guardar bene, il problema è proprio lì. (ANSA, 26 novembre 2013)