‘Marketing Mix 2013’: continua la crescita del digitale, ma l’Italia resta incerta

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Dma Italia, l’associazione per il marketing diretto e data driven, presenta i risultati 2013 della ricerca ‘Il Marketing Mix 2013: misurare trend, spesa ed efficacia’, un’indagine qualitativa sul mercato della comunicazione diretta in Italia e in altri 10 Paesi nel mondo (che  – annuncia il comunicato – saliranno a 15 il prossimo anno).

Per quanto riguarda la comunicazione nel nostro Paese, da tre anni lo studio fotografa lo scenario attraverso interviste ai professionisti di area marketing che decidono gli investimenti in comunicazione delle aziende. Nel 2013, con la collaborazione tecnica di ContactLab e il supporto di Ifdma (International Federation of DMAs) questo progetto è stato lanciato contemporaneamente anche in altri 10 Paesi: Argentina, Australia, Belgio, India, Irlanda, Regno Unito, Spagna, Svezia, Ungheria e Usa, per una visione d’insieme a livello internazionale ben più ampia e interessante.

I media (e il loro mix) analizzati dalla ricerca sono: giornali cartacei (quotidiani, settimanali, locali), giornali online, pagine gialle su carta e online, telemarketing, direct mail, outdoor, televisione, radio, mobile marketing (sms, mms), mobile app, web tv, e-mail marketing, search marketing (seo e sem), web display advertising, online retargeting, social media (blog, forum, social network), eventi e fiere.

L’Italia mostra di essere ancora in una fase economica difficile: il 46% dichiara una diminuzione di investimenti rispetto al 2012, il 28% nessun cambiamento. Uno scenario di prudenza confermato anche per il 2014, dove il 22,4% anticipa ulteriori tagli e il 42,4% dichiara di non sapere. Colpisce quest’ultimo dato, che riflette tutta l’incertezza sugli scenari futuri degli operatori italiani, soprattutto se confrontato con il 16,7% rilevato nel 2012.

Il digitale continua ad essere il mezzo di comunicazione più utilizzato dagli investitori in comunicazione. I canali web (36,1%) con il mobile (5,7%) e l’email marketing (16,2%) sono utilizzati dal 58% dei rispondenti totali, contro il 26,8% del tradizionale offline e il 15,2% del tradizionale direct.