Telecom: Telefonica non compra, nega l’asse con Blackrock

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(ANSA) Telecom non è sotto assedio: nè Blackrock nè Telefonica la stanno scalando e soprattutto non c’è un asse tra i due soci. Entrambi giocano a carte scoperte dichiarando alla Consob le loro quote, rispettivamente al 10,12% (compresa la quota di convertendo) e, in trasparenza, il 10,34% (attraverso Telco di cui controlla il 66%, con diritti di voto sul 46,18%) e di non aver comprato altre azioni sul mercato. Gli spagnoli in particolare, pur svincolati dallo ‘stand still’ previsto dal patto con gli altri soci italiani, hanno dichiarato alla Consob di non aver per ora intenzione di acquistare nuove azioni. Siamo alla vigilia di un’assemblea che si preannuncia record, sia per i numeri sia per i temi che mette sul tavolo e per la complessità del loro intreccio. Governance e rafforzamento patrimoniale sono i temi principali e Consob ha chiesto ai soci e alla stessa azienda di fare chiarezza. Al primo punto all’ordine del giorno della parte ordinaria c’è la richiesta di revoca dell’attuale cda, secondo Marco Fossati in conflitto d’interesse. Telco, forte del suo 22,4%, voterà contro ma se – come nelle attese – sarà presente il 60% del capitale, i giochi sono tutti aperti e il voto del secondo azionista, Blackrock, potrebbe essere determinante. Secondo quanto si apprende da fonti finanziarie il fondo sarebbe neutrale, al punto che l’arrotondamento della sua quota non risponderebbe a una strategia di controllo, quanto piuttosto a tecnicalità legate alla sua attività sul mercato; per la stessa ragione è presumibile quindi che in caso di vendite sul titolo Telecom Italia la partecipazione venga gradualmente limata, tornando sotto il 10 per cento. Niente può essere dato per scontato e, per non farsi trovare impreparati, i grandi soci – nel caso venissero posti in minoranza – hanno presentato sia una lista con 2 candidati (Stefania Bariatti e Marco Patuano) sia altri 6 nomi di consiglieri indipendenti per arrivare a comporre un cda di 15 amministratori. Telco proporrà i l’ex ministro Francesco Profumo e Angelo Tantazzi, Gabriele Burgio, Paolo Fumagalli, Mario Notari e Giorgio Valeri. Bariatti e Tantazzi sono anche i candidati a prendere il posto di Elio Catania e Franco Bernabe’, nel caso il cda dovesse restare in carica. E Tantazzi potrebbe rispondere all’identikit del futuro presidente del gruppo, ma sarà il cda che si riunirà già al termine dell’assemblea ad assegnare eventualmente le cariche. L’altro tema caldo è il convertendo, dibattuto, contestato e passato ai raggi X anche dalla Consob. E’ una delle operazioni straordinarie, insieme alla vendita di Telecom Argentina che il gruppo ha messo nel piano 2014-2016 e che rappresentano la prima metà dell’obiettivo che Telecom si è posta (recuperare circa 4 miliardi di euro) per riportarsi su metriche coerenti con lo status di ‘investment grade’. Intanto riparte il braccio di ferro tra Agcom e Ue sulle tariffe dell’accesso alla rete in rame. Raccogliendo i consensi degli operatori alternativi, l’Authority ha confermato la sua decisione sul taglio dei prezzi dell’unbundling e Bruxelles da parte sua ne prende atto ma chiede, entro l’11 gennaio, ”spiegazioni convincenti”, adombrando la possibilità di un’azione legale. (ANSA, 19 dicembre 2013)