Sotto il fuoco dei berluscones, di Grillo, di Renzi e adesso anche del movimento dei forconi, Giorgio Napolitano risponde personalmente colpo su colpo. In un Quirinale blindato cambia il rapporto anche con i giornalisti: finito il tempo dei simpatici retroscena è iniziata l’epoca dei secchi comunicati stampa.

Guai a definire il Quirinale un fortino assediato e guai a descrivere un Presidente fiaccato dagli attacchi che ogni giorno arrivano da destra e manca: in quelle felpatissime stanze sarebbero capaci di intrattenerti per ore a raccontarti, invece, dei suoi momenti sereni trascorsi a visitar la mostra dei disegni dei bambini down o a rispondere alle bizzarre domande dei giovanissimi studenti, come quella su come da ragazzino praticasse il risparmio idrico. E potrebbero andare avanti su questa aneddotica fino allo stremo, pur di non dare l’immagine di un capo dello Stato con tanto di elmetto in testa ossessionato soltanto dalle questioni politiche e tutto preso a dar conto delle quotidiane bordate.
Non c’è però dubbio: non avrà sostituito il suo amato Borsalino con l’elmetto, ma Napolitano – 89 anni il prossimo giugno – non sta nemmeno giocando di rimessa. E al fuoco ha deciso di rispondere con il fuoco. E mentre il suo entourage fa di tutto per minimizzare, lui continua con le sue repliche, quasi ad alzo zero. Che sia per ammonire, richiamare, ribadire e sottolineare, quasi non passa giorno che non faccia sentire la sua voce. Anche reagendo con una verve poco presidenziale, come con quel “non gliene frega niente” rivolto ai grillini che criticavano la sua proposta di amnistia e indulto.
L‘articolo integrale è sul mensile Prima Comunicazione n. 445 – Dicembre 2013