(ANSA) Dieudonné deve rinunciare alla sua “quenelle”: la Francia e le sue istituzioni – con un pressing all’ultimo respiro – gli hanno vietato di andare in scena a Nantes con lo spettacolo “Il Muro”, ritenuto lesivo della dignità umana. Fischi e proteste dalla gente in attesa davanti al teatro, intonata anche, a più riprese, la “Marsigliese”. Poi tutti a casa, su invito dello stesso Dieudonné. Il comico, che infarcisce i suoi show di contenuti antisemiti, ha dato battaglia fino all’ultimo, il suo acerrimo nemico Manuel Valls, ministro dell’Interno, ha strappato la vittoria al fotofinish, quando Dieudonné e il suo avvocato stavano già cantando vittoria. Per Valls, l’uomo più popolare del governo, si tratta di una “vittoria per la Repubblica”. L’impressione è che se Dieudonné fosse riuscito ad andare in scena, la figuraccia per il governo sarebbe stata clamorosa. Dieudonné, oltre ai contenuti antisemiti del suo show, ha lanciato con la “quenelle” un gesto apertamente antisemita che si è fatto spazio sul web, negli stadi e in diversi ambienti di contestazione al sistema. Oggi si era presentato a Nantes insieme con i suoi legali ostentando grande sicurezza. E infatti il Tar, non ravvisando “pericoli per l’ordine pubblico” nelle precedenti repliche dello spettacolo a Parigi, aveva di fatto cancellato il divieto del prefetto della regione, aprendo le porte del teatro Zenith, dove quasi tutti i 6.000 biglietti per la “prima” di stasera erano stati venduti. A meno di due ore dall’inizio dello show, però, è arrivata la sentenza del Consiglio di stato, massima istanza giuridica amministrativa in Francia. Una procedura di celerità rara, come ha lamentato l’avvocato di Dieudonné, denunciando un “accanimento” delle istituzioni contro il suo cliente. La decisione del Consiglio di stato “conforta la posizione del governo”, ha commentato soddisfatto il premier Jean-Marc Ayrault, che aveva sostenuto Valls così come aveva fatto in modo deciso il presidente Francois Hollande. “Non possiamo accettare – ha detto Ayrault – che nella nostra società ci sia la minima tolleranza dell’antisemitismo, del tutto estraneo ai nostri valori e ai nostri principi”. Contrariamente al Tar, secondo il quale non si può ritenere che “Il Muro” abbia come “obiettivo essenziale la violazione della dignità umana”. Immediata e secca la sconfessione dei giudici di Nantes da parte del Consiglio di stato, inappellabile nella sua decisione: “La realtà e la gravità della turbativa dell’ordine pubblico menzionate dal prefetto sono confermate sia dagli elementi del procedimento sia da quanto emerso nell’udienza”. Oltre all’eccezionalità assoluta del procedimento rapidissimo del Consiglio di stato, si registra il fatto che nella lunga e controversa carriera di Dieudonné è la prima volta che un suo show viene vietato. E qualcuno ricorda che lo stesso Consiglio di stato, nel 2010, annullò la decisione di un sindaco che aveva proibito al comico di esibirsi. A Parigi, attorno alla sede del Consiglio di stato, in pieno centro, tutto tranquillo ma la polizia è schierata con blindati e reparti di celerini pronti a intervenire. Davanti allo Zenith, sono in pochi a continuare la protesta, fischiando e chiedendo “libertà d’espressione”. Dieudonné, dal suo account Twitter, invita i fan a tornare a casa. Domani a Orleans e sabato a Tours, dove erano previste la seconda e la terza tappa della tournée, i divieti dei prefetti sono già operativi. (ANSA, 9 gennaio 2014)