Lo scoop di Closer scuote l'Eliseo. Il capo di Mondadori Ernesto Mauri: "Al pubblico va raccontata la verità"

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“Da Parigi mi hanno avvisato qualche giorno prima. E io mi sono comportato come sempre: l’unica preoccupazione era ottenere la certezza che stavamo documentando una cosa vera. Ho chiesto di fare tutte le verifiche possibili, e di vedere il servizio. Mi è sembrato convincente. C’era la guardia del corpo senza casco, perfettamente riconoscibile. C’era Hollande con il casco, ma si capisce che è lui. Ci sono gli orari degli scatti”. Ernesto Mauri, amministratore delegato del gruppo Mondadori e presidente di Mondadori France, editore del settimanale di gossip Closer che venerdì 10 gennaio è uscito nelle edicole francesi con un dossier sulla presunta relazione del presidente François Hollande con l’attrice Julie Gayet, spiega oggi in un’intervista al Corriere della Sera come ha preso la decisione di pubblicare lo scoop. “Di una relazione tra François Hollande e Julie Gayet si parlava da almeno un anno, mancavano le prove. Io ho chiesto ai giornalisti di non pubblicare chiacchiere. Fatti tutti i controlli possibili, non ho avuto dubbi: stampare immediatamente”.

Ernesto Mauri (foto Olycom)
Ernesto Mauri (foto Olycom)

Quanto alla causa annunciata da Hollande per la privacy violata, Mauri commenta: “In Francia c’è un apparato di sicurezza mastodontico che segue il presidente appena si muove, Hollande lo elude. È il capo dello Stato, sta per tutta la notte in un appartamento senza neanche una guardia del corpo, e il problema non sono i suoi atti ma noi che li documentiamo?”.
A questo proposito, già ieri il Corriere ha pubblicato un pezzo firmato sempre da Stefano Montefiori in cui si spiega che, mentre i media francesi il nodo della vicenda è la violazione della privacy del presidente, i media stranieri pongono invece l’attenzione sulla sicurezza: “All’estero – scrive Montefiori – la notizia è soprattutto che il presidente della Repubblica francese, uomo con molte responsabilità tra le quali quella dell’arsenale atomico, potrebbe avere eluso ogni ragionevole misura di sicurezza per andare in motorino a incontrare l’amante, con la guardia del corpo ridotta a portare i croissant; in Francia, il punto sembra invece essere che il settimanale Closer ha infranto la privacy del presidente. La tradizionale protezione francese della vita privata dei personaggi pubblici sembra anacronistica, specie quando essi stessi, per primi, danno alle loro vicende personali una dimensione politica: il 6 maggio 2012 François Hollande ha salito i gradini dell’Eliseo facendosi accompagnare da Valérie Trierweiler, che solo in virtù della storia d’amore con il presidente – un fatto sicuramente privato – ha diritto all’Ala Est del Palazzo, con uffici e consiglieri personali pagati dai contribuenti”.
Intanto la compagna di Hollande, Valérie Trierweiler, è ricoverata in ospedale per accertamenti dopo lo choc per la notizia, non confermata nè smentita dal diretto interessato. Domani è prevista una conferenza stampa del presidente, in calendario già da tempo, sul programma del nuovo anno e in particolare sulla disoccupazione, per la quale sono attesi oltre 500 giornalisti francesi e stranieri. Sarà forse l’occasione per chiarire pubblicamente in merito alla vicenda che è ormai diventata un affare di Stato.
L’intervista integrale ad Ernesto Mauri è sul Corriere della Sera del 13 gennaio.