(ANSA) Il ‘tam tam’ intorno a Tim Brasil, la controllata di Telecom, riparte e dopo la smentita di Telefonica su una cordata la stampa locale e la comunità finanziaria guardano a Carlos Slim, numero uno di America Movil che potrebbe lanciare da solo un’offerta con l’obiettivo di ‘spacchettare’ la società. Alla vigilia della riunione dei comitati (nomine e rischi) e della riunione in cui il cda del gruppo italiano si prepara a stendere una sorta di ‘cordone sanitario’ per mettersi al riparo da qualsiasi conflitto d’interesse, con particolare riferimento alla possibilità di un’offerta per il Brasile, anche Marco Fossati – calato in pieno nel suo ruolo di socio ‘attivista’ – dice la sua: vendere Tim Brasil non è tabù se l’offerta si avvicina ai 20 miliardi di euro. Fossati ha infatti pronto uno studio che già domani potrebbe essere sulla scrivania dell’ad Marco Patuano. Secondo le prime indiscrezioni sarebbe ‘fair’ un’offerta per 18-20 miliardi con una valutazione ottenuta applicando lo stesso multiplo pagato da Telefonica per acquistare Vivo, pari a circa 10 volte l’ebitda. ”La sua valutazione non e’ realisticamente monetizzabile” ha commentato Intermonte dopo le prime indiscrezioni, valutando il 100% di Tim Brasil pari a 10,6 miliardi di euro, poco sopra l’attuale capitalizzazione. Per gli analisti di Equita un prezzo equo sarebbero 8 miliardi, con un premio del 33 per cento. In Brasile invece gli analisti puntano su un consolidamento del mercato e la possibilità di uno ‘spezzatino’ di Tim Brasil darebbe, secondo alcuni osservatori, più spazio a Oi per crescere. Secondo altri però l’operatore, impegnato a portare a termine la fusione con Portugal Telecom (e messa a rischio dalle richieste degli azionisti di minoranza), non avrebbe la disponibilità finanziaria per comprare eventuali asset di Tim messi in vendita. Per non farsi trovare impreparato il cda di Telecom prepara comunque la creazione di un comitato costituito da soli consiglieri indipendenti che avra’ il compito, con l’assistenza di un proprio advisor, di valutare preliminarmente qualsiasi offerta sul Brasile; solo in caso di un suo giudizio positivo la proposta potra’ poi arrivare al tavolo del consiglio di amministrazione. Il 16 gennaio potrebbe prendere il via anche la discussione sul tema della governance, un impegno che l’a.d. Marco Patuano ha fatto proprio al termine dell’animata assemblea del 20 dicembre. Asati, l’associazione dei piccoli azionisti, torna in pressing e invia al board una proposta di modifica dello statuto con l’abolizione della norma dei 4/5 a favore di un meccanismo di attribuzione dei seggi basato sulla ripartizione proporzionale (metodo d’Hondt). (ANSA, 13 gennaio 2014)