(ANSA) I criteri e le modalità per la vendita delle Poste sono praticamente pronti e presto il Dpcm messo a punto dal ministero dell’Economia e da quello dello Sviluppo arriverà in Cdm, forse già al prossimo. L’accelerazione porterà alla conclusione dell’operazione in 5-6 mesi, anche se nella maggioranza arrivano i primi distinguo con critiche e preoccupazioni espresse da Scelta Civica. Sul fronte delle privatizzazioni qualche indicazione c’è anche su Ansaldo Breda e Ansaldo Sts, per le quali l’ad di Finmeccanica Alessandro Pansa ribadisce la necessità di un “collocamento più adeguato” rispetto a quello attuale all’interno del gruppo di piazza Montegrappa. Nulla è invece previsto per l’Enel, assicura l’Ad Fulvio Conti in una intervista televisiva. La tempistica per la cessione di una quota di minoranza delle Poste (è stato escluso ancora una volta lo spezzatino), con una partecipazione riservata ai dipendenti, è stata illustrata dal viceministro allo Sviluppo economico, Antonio Catricalà, secondo cui “il Consiglio dei ministri se ne occuperà quanto prima”. Il viceministro, nel corso di un’audizione alla commissione Trasporti della Camera, ha parlato di “5-6 mesi” come di un “periodo immaginabile per definire i dettagli dell’operazione e concluderla”. A conferma dell’accelerazione impressa alla procedura, è stato lo stesso Catricalà a rivelare che al Tesoro sono partite le riunioni, per ora di natura tecnica, sul Dpcm che definisce tempi, modalità e soprattutto quota che verrà ceduta, che dovrebbe aggirarsi sul 40%. L’iter, ha infatti ricordato il viceministro, prevede circa due mesi per il varo del Dpcm: la stesura da parte del ministero dell’Economia, il concerto dello Sviluppo economico, l’approvazione dello schema di decreto e la sua trasmissione al Parlamento per il parere delle commissioni, il ritorno della delibera definitiva al Cdm, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e infine la presentazione dell’operazione alla Consob e alla Borsa. Poste, come ha rilevato lo stesso viceministro, non è comunque “l’unica privatizzazione in questo periodo, ma è parte di un più generale disegno per dare un colpo sostanzioso al nostro debito”. E proprio in tema di cessioni di aziende pubbliche, la Commissione Attività produttive della Camera ha ascoltato in audizione Pansa, che ha spiegato le ragioni che spingono Finmeccanica a mettere sul mercato le due Ansaldo: Finmeccanica, ha spiegato, “si è ritrovata a disporre di asset, in particolare nei settori dell’energia e dei trasporti, che non hanno una compatibilità tecnologica ed una struttura dimensionale che consentano una capacità di sviluppo adeguata e sufficiente all’interno gruppo”. La necessità è dunque quella di trovare una nuova collocazione per le aziende del settore trasporti che “non hanno un futuro sostenibile all’interno del gruppo” e che “sono troppo piccole per competere da sole”. (ANSA, 22 gennaio 2014)