L'Europa accelera sul tema della protezione dei dati personali

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(TMNews) Cade oggi il “Data Protection Day 2014”, la Giornata della protezione dei dati personali dedicata dall’Unione europea al nuovo Regolamento sulla tutela della privacy in corso di approvazione in Europa, che è stato illustrato a Bruxelles dalla vicepresidente Viviane Reding, che ha polemizzato anche con l’Amministrazione americana dopo il Datagate, ed è stato oggetto di una tavola rotonda nell’Ufficio di Roma della Commissione europea.
“Sulla protezione dei dati personali – ha detto Reding – è necessario maggior rigore: il Parlamento europeo lo ha capito e, infatti, la commissione LIBE ha votato in ottobre a favore di un Regolamento forte che prevede sanzioni credibili per assicurare il rispetto delle norme europee. La settimana scorsa le tre istituzioni (Commissione europea, i due relatori del Parlamento europeo e la presidenza greca dell’UE insieme alla prossima presidenza italiana) hanno concordato ad Atene una tabella di marcia che dovrebbe permettere l’adozione della riforma sulla protezione dei dati personali entro quest’anno: se si tiene conto del fatto che i negoziati sulla direttiva del 1995 erano durati cinque anni, si tratta indubbiamente di un successo”.

Viviane Reding, vicepresidente della Commissione europea (foto Olycom)

Secondo la Reding, la soluzione giusta per ristabilire la fiducia, nelle relazioni transatlantiche così come nel modo in cui imprese e governi gestiscono i dati dei cittadini, consiste in un “Patto di protezione dei dati personali per l’Europa”, basato su otto principi:
1. La riforma della protezione dei dati personali deve essere integrata nella legge. Nel 2014 vorrei che si lavorasse a pieno ritmo sulla protezione dei dati.
2. La riforma non dovrebbe operare distinzioni fra settore privato e settore pubblico: i cittadini non si spiegherebbero una tempistica diversa in un’epoca in cui il settore pubblico raccoglie, riunisce e talvolta addirittura vende dati personali.
3. Occorre sottoporre a discussione pubblica le leggi che disciplinano la protezione dei dati personali o che incidono sulla tutela della vita privata.
4. I dati dovrebbero essere raccolti in modo mirato e limitatamente a quanto proporzionato per il conseguimento delle finalità previste. La sorveglianza totale e indiscriminata dei dati delle comunicazioni elettroniche è inaccettabile.
5. Le leggi devono essere chiare e sempre aggiornate. Uno Stato non può basarsi su norme obsolete, redatte in una diversa era tecnologica, per inquadrare programmi di sorveglianza moderni.
6. La sicurezza nazionale non è una motivazione che si possa addurre ad ogni piè sospinto. Dovrebbe essere l’eccezione, non la regola.
7. Non vi può essere controllo effettivo senza un ruolo dell’autorità giudiziaria. Il controllo dell’esecutivo è utile.
Il controllo del parlamento è necessario. Il controllo della magistratura è fondamentale.
8. Agli amici americani diciamo: le norme sulla protezione dei dati personali dovrebbero applicarsi quale che sia la cittadinanza dell’interessato. Dato il carattere aperto di internet, non ha senso applicare ai cittadini degli altri Paesi criteri diversi rispetto ai propri cittadini.
Il nuovo Regolamento prevede una maggiore armonizzazione e semplificazione delle normative nazionali dei Paesi membri della Ue: per questo propone un’unica Autorità di controllo, quella dello Stato in cui l’impresa che raccoglie i dati ha la sede principale; per le grandi imprese prevede l’istituzione di un Responsabile della protezione dati e prevede di sostituire le autorizzazioni preventive con i controlli ex post con un risparmio di 2 miliardi di euro per le imprese. Prevede inoltre sanzioni che possono arrivare fino al 2% del fatturato dell’impresa inadempiente e amplia la tutela dei diritti dei cittadini, che dovranno poter esprimere un consenso esplicito alla conservazione e manipolazione dei propri dati.
“Occorre accelerare l’adozione del nuovo Regolamento. Alcuni aspetti sono deludenti, ma il fatto di aver lasciato una certa elasticità al Regolamento potrà, consentire ai singoli Paesi di aumentarne l’efficacia” ha affermato la vicepresidente dell’Autorità garante della privacy Augusta Iannini durante una tavola rotonda organizzata a Roma. E Bruno Gencarelli, Vicecapo Unità Protezioni dei dati personali della Direzione generale Giustizia della Commissione europea ha ricordato che l’Italia avrà un ruolo importante nell’approvazione del Regolamento, sia perchè il nostro Codice della Privacy è considerato un modello in sede europea, sia perchè avremo la presidenza dell’Unione nel secondo semestre dell’anno. “I dati – ha concluso Gencarelli – sono la materia prima dell’economia digitale e possono svolgere per lo sviluppo lo stesso ruolo che l’energia elettrica ha svolto nella seconda metà dell’Ottocento. Oggi il mercato europeo dei dati vale 50 miliardi che potranno crescere fino a 300 miliardi nel 2020”. (TMNews, 28 gennaio 2014)