Diritti tv della Serie A, oggi la Lega Calcio decide. Sky-Mediaset ai ferri corti

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(Repubblica.itAssegnare i diritti o fare un nuovo bando d’asta? Oggi a Milano si tiene l’assemblea della Lega di Serie A, scrive Repubblica.it, una delle più importanti e delicate di questi ultimi anni.

L’articolo di Repubblica.it di ieri: Sì, perché dai soldi delle tv dipende il futuro dei venti club di A (venti sono troppi, ma scendere sarà dura). Premessa: la Lega di Beretta, Brunelli e c. ha fatto le cose come dovevano essere fatte: le linee guida sono state approvate, e per ben due volte, dalle autorità garanti (Antitrust e Telecomunicazioni). Ma lo scontro fra Sky e Mediaset adesso ha ingarbugliato tutto con offerte che hanno alzato la tensione mischiando digitale con satellitare: è vero che i club hanno bisogno disperato dei soldi dei diritti tv per tenere in piedi il Circo del pallone, ma è altrettanto vero che le pay tv non possono fare a meno del campionato di calcio. Mediaset, con un colpaccio che ha reso felice l’Uefa, si è impossessata dei diritti tv dal 2015 al 2018 della Champions League: cifra record, 690 milioni. Sky, che dal 2015 avrà solo l’Europa League, che vale (molto) meno della Champions, si è trovata così spiazzata. E per questo Sky, che ha appena acquisito cinque canali sul digitale terrestre, ecco che ha fatto un’offerta alla Lega proprio sul terreno di Mediaset: la pay tv di Rupert Murdoch si aspetta adesso che domani la Lega le assegni sia il pacchetto sul satellite, sia quello sul dtt delle dirette di 248 partite (sue infatte le offerte più alte, 357 e 422 milioni annui). Situazione ingarbugliatissima, come detto: la volontà del venditore è quella di dividere i pacchetti di punta tra Sky e Mediaset per due motivi: evitare rilievi delle autorithy e “massimizzare i ricavi”. I club infatti vogliono portare in cassa il più possibile da questi diritti: questa è anche la posizione attuale della Juventus, cui forse non spiacerebbe se si rifacesse il bando. Ricordate la lettera delle sette sorelle del 27 agosto dello scorso anno? In quella lettera alla Lega Calcio le sette sorelle (Juve, Roma, Sampdoria, Sassuolo, Verona, Inter e Fiorentina) chiedevano criteri diversi rispetto al passato per assegnare i diritti tv (dal 2015 al 2018). Chiedevano la rottura con certi sistemi in vigore e una decisione più collegiale: poi ci fu l’accordo fra Andrea Agnelli e Claudio Lotito che ha portato aria nuova in Lega. Ora la posizione del patron juventino è chiara: “massimizzazione dei ricavi”. Per questo l’assemblea di domani sarà calda, molto calda. Fra Sky e Mediaset la scontro è stato aspro, anche a suon di comunicati.

Ecco l’ultimo (per ora), velenoso e allusivo. Targato Mediaset: “In una partita ideale, nel calcio cosiddetto pulito, il giocatore non può essere anche l’arbitro, tanto meno può dire come si deve arbitrare”. Così la tv berlusconiana replica a Ilaria D’Amico di Sky. “Parliamo ancora di calcio, perché non c’è solo quello giocato dei Mondiali – spiega Mediaset in un comunicato – C’è anche un’altra partita in corso, quella per l’assegnazione dei diritti del campionato di Serie A nel triennio 2015-18. Alla vigilia della settimana decisiva, lunedì 23 giugno è prevista l’assemblea della Lega, Sky- che è, nella metafora della partita, giocatore in campo esattamente come Mediaset- ha affidato a Ilaria D’Amico un appello il cui senso è questo: vince chi segna di più rispettando le regole. Ecco, il punto sono proprio le regole, che non possono essere evocate per gli altri e disattese in proprio. In una partita ideale, nel calcio cosiddetto pulito, il giocatore non può essere anche l’arbitro, tanto meno può dire come si deve arbitrare. Se poi – conclude Mediaset – si richiama l’essenza dello sport solo come vittoria a suon di gol, i gol devono essere fatti con regole condivise da tutti, con un soggetto terzo che sancisce falli, rigori, cartellini gialli e rossi e i fuorigioco. Soprattutto quando in fuorigioco ci finiscono, oltre ai giocatori, anche gli appelli”. Sky ha fatto parlare la D’Amico e Mediaset ha risposto facendo intervenire il conduttore Mino Taveri e con questo documento piccato: potevano lasciar perdere entrambi. Perché questa è materia di amministratori delegati (e difatti Zappia, ad di Sky, si è lamentato con Renzi del comportamento di Mediaset).

Chissà, alla fine dei giochi, chi sorriderà? Si temono ricorsi all’Antitrust o ai tribunali. Chissà, magari la cifra globale (mancano ancora i diritti esteri, della Coppa Italia e del chiaro) arriverà a superare abbondantemente il miliardo annuo attuale, magari toccherà quota 1,3. Chissà. E così sorriderebbero nostri club, pronti ad investire quei soldi negli ingaggi degli stranieri (molti non all’altezza) e non certo nei vivai o per rendere gli stadi un po’ più confortevoli.
http://www.repubblica.it/rubriche/spycalcio/2014/06/22/news/sky-mediaset_ai_ferri_corti_diritti_tv_adesso_si_decide-89695716/

Maurizio Beretta
Maurizio Beretta