Expo 2015: sei milioni di euro dalla Cassa Depositi e Prestiti per finanziare il padiglione ‘Arts and Foods’ curato da Celant

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(AGI) Sara’ la Cassa Depositi e Prestiti, in qualita’ di main sponsor, a finanziare per meta’ dell’investimento il padiglione ‘Arts and Foods’ di Expo Milano 2015. Il concept del progetto, presentato questa mattina alla Triennale di Milano dove sara’ allestito dal 10 aprile al 1 novembre prossimi dallo Studio Italo Rota, e’ quello curato da Germano Celant che aveva suscitato polemiche proprio in ragione delle cifre circolate come corrispettivo alla curatela. Allora, il commissario unico e ad di Expo Spa, Giuseppe Sala, aveva cercato di calmare le acque spiegando che ci sarebbe stato uno sponsor e, oggi, ha potuto svelare i dettagli di quello che ha definito un “esempio molto positivo di come si costruisce un progetto”. La mostra costera’ dunque circa 6 milioni di euro, tra produzione e tenuta, compresi i 700mila circa che andranno a Celant; di questi, 3,3 milioni saranno coperti da Cdp.

Germano Celant (foto Archinect)
Germano Celant (foto Archinect)

Se l’ad di Cdp, Giovanni Gorno Tempini, ha spiegato che la scelta e’ coerente con il raggio d’azione della spa (“il supporto all’internazionalizzazione – ha detto -, alle imprese e alle vetrine che sono utili in questo senso si richiamano a tutto cio’ che facciamo quotidianamente”), Sala ha potuto togliersi un sasso dalla scarpa, rispondendo a chi era stato detrattore dell’iniziativa spiegando che “e’ chiaro che se Cdp ha deciso di sponsorizzare il padiglione e’ stato non soltanto perche’ crede nell’Expo, ma – ha chiarito -, ma anche perche’ crede alla curatela di Celant”. E’ stato quindi lo stesso storico dell’arte a spiegare di cosa si trattera’, ovvero della ricostruzione di una storia, quella del cibo, della nutrizione, del convivio, messa insieme a partire dal 1851, vale a dire dall’anno della prima Expo di Londra. Organizzato su 7mila mq tra giardino e edificio, questo sara’ l’unico padiglione di Expo esterno al circuito del sito espositivo. Qui Celant ha immaginato una mostra “non tradizionale, ma per ambienti”, secondo il tentativo di “ricreare le ambientazioni con arredi delle singole epoche dove le opere saranno esposte non in maniera tradizionale, ma inserite nel contesto”. Si cerchera’, quindi, di documentare gli sviluppi e le soluzioni adottare per relazionarsi al cibo, dagli strumenti di cucina alla tavola imbandita e al picnic, dalle articolazioni pubbliche di bar e ristoranti ai mutamenti avvenuti in rapporto al viaggio per strada, in aereo e nello spazio. Il tutto condotto attraverso una pluralita’ di linguaggi e l’intreccio di testimonianze di artisti, scrittori, filmakers, grafici, musicisti, fotografi, architetti e designers. (AGI) Mi5/Car