Edizioni Condé Nast, azienda che opera nel settore del’editoria, apre alla commercializzazione della pubblicità online attraverso il programmatic buying. Con questo passo, Condé Nast ha istituito la commercializzazione di spazi pubblicitari online attraverso Private Market Place (PMP). Il risultato è la possibilità d’intercettare e mostrare in tempo reale annunci pubblicitari a un target selezionato e verosimilmente interessato al quel tipo di annunci.
Come si legge nel comunicato stampa di Condè Nast, la pianificazione di campagne display – banner, video e mobile ADS – può fornire impressions altamente qualificate, garantendo a Buyer e Publisher efficienza nel processo di compravendita e l’ottimizzazione degli investimenti pubblicitari.
L’avanzamento nella tecnologia di gestione della pubblicità online si inserisce nell’importante crescita del network Condé Nast. Il mese di settembre ha visto protagonista VanityFair.it, con oltre 7.2 milioni di utenti unici e 150 milioni di pagine viste, GQitalia.it che – dopo la presentazione del nuovo sito lo scorso 4 giugno – registra un aumento pari al 30% in termini di utenti unici rispetto allo stesso mese dello scorso anno, e per CN Live! che consolida 10 milioni di video views nel network.
Questi, insieme a Wired.it, che chiude il mese a 3,8 milioni di utenti unici e Vogue.it con oltre 2 milioni di utenti unici, raggiungono ogni mese oltre 15 milioni di utenti e generano, sempre su base mensile, oltre 220 milioni di pagine viste.
“Con questo metodo di gestione permetteremo di acquistare utenti e traffico sempre più profilati in modo scientifico, dando agli advertiser la possibilità di avere un maggior controllo delle loro campagne e ottimizzandone il risultato. Questo è un doveroso passaggio per un gruppo che sulle proprie online properties ha un traffico di oltre 15 milioni di utenti censuari e oltre 220 milioni di pagine viste al mese.” così Elia Blei, Direttore Commerciale Digital di Condé Nast.
Il valore aggiunto degli investimenti pubblicitari display gestiti tramite il programmatic buying è molto conosciuto negli Stati Uniti, paese in cui raggiungeranno – secondo stime eMarketer – quota 17 miliardi di dollari nel 2017, un valore più che doppio rispetto ai dati del 2013. In Italia, dove il mercato ha iniziato ad approcciare con convinzione questa modalità di acquisto più di recente, aziende ed operatori del settore mostrano un interesse crescente.