Dopo il Made in Italy Google mette in Rete la nostra cultura

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“Che cosa c’è dietro tanti prodotti italiani ben noti all’estero? Ora Internet è in grado di rappresentare per il mondo di domani anche il ricco passato di cultura e storia del Made in Italy”. Così Carlo D’Asaro Biondo, presidente di Google per il sud-est Europa, Medioriente e Africa, ha presentato la progressiva messa in Rete delle principali opere dei musei italiani, che consente una condivisione globale della nostra cultura.

“Un’iniziativa che segue e completa l’ingresso nell’ecosistema della Rete delle micro eccellenze del sistema produttivo, soprattutto manifatturiero, che abbiamo realizzato ormai da un anno”, ha aggiunto Fabio Vaccarono, country director per l’Italia del colosso statunitense.

Il progetto è stato subito accolto con favore dal sistema Musei Civici di Roma, già presente sulla piattaforma ‘Google Art Project’ con 800 opere, a partire da quelle dei Musei Capitolini (150) che il ristretto gruppo di ospiti, invitato per festeggiare il debutto, ha avuto occasione di visitare dal vivo con una guida d’eccezione, il sovrintendente ai Beni Culturali di Roma Capitale, Claudio Parise Presicce. “La mobilità è ormai il tema dominante delle conoscenze e degli intrecci dell’arte di tutti i Paesi, pertanto – ha rilevato – lo strumento di ricerca delle opere d’arte sulla Rete non è in contrasto con l’esperienza emozionale che suscita l’apprezzamento diretto, anzi è un incentivo alle visite”.

Amit Sood, direttore Google Cultural Institute, e Luisella Mazza, program manager, che hanno sviluppato la piattaforma per promuovere la conoscenza dei più importanti musei del mondo, hanno poi sottolineato come ‘navigare’ nell’arte e nella storia sia utile anche per gli studiosi che, grazie alla tecnologia, possono vedere i dettagli ‘estremi’ delle opere e quando è necessario confrontarle l’una con l’altra, superando ogni barriera logistica.

Ora nel mondo ci sono già 300mila gallerie virtuali create dagli utenti, scegliendo fra i 6 milioni di opere che Google ha già messo in Rete.

Carlo D'Asaro Biondo, president Emea di Google, nella sala dei Musei Capitoloni a Roma che ospita la statua di Marco Aurelio, durante la presentazione della collaborazione tra Google Cultural Institute e i Musei in Comune di Roma Capitale
Carlo D’Asaro Biondo, president Emea di Google, nella sala dei Musei Capitoloni a Roma che ospita la statua di Marco Aurelio, durante la presentazione della collaborazione tra Google Cultural Institute e i Musei in Comune di Roma Capitale