“Capita anche questo, nel teatrino della formazione continua per giornalisti. Capita di assistere a un corso di deontologia organizzato nella sede e con esponenti del Parlamento europeo (il cui portavoce, per inciso, deontologicamente non rende noti i nomi degli ex eurodeputati che incassano il vitalizio perché “coperti dalla privacy”) dal titolo alla Massimo Troisi: ‘Giornalismo ed Europa. Si riparte da Tre’. Succede pure che il suddetto corso faccia da cornice alla consegna del premio ‘Capitani dell’anno 2014 all’on. Antonio Tajani, vicepresidente vicario del Parlamento europeo, per le sue efficaci iniziative a sostegno dell’imprenditoria’. E alla fine, crediti formativi per tutti! Anche ai formatori: cioè i relatori. Il premiato Tajani, giornalista tuttora iscritto all’Albo, li avrà avuti anche lui?”
Inizia così il pezzo di Sergio Rizzo, pubblicato il 30 novembre su Corriere.it, sulla questione della formazione obbligatoria per i giornalisti “tra norme surreali e pochi controlli”. Clicca qui per leggere il resto dell’articolo.
