A sbirciare l’immagine dell’Europa pubblicata sul sito di Sky, con tratto minimalista se non addirittura infantile, attraversata da una ampia fascia scura che parte dalla Sicilia e arriva fin su in Scozia passando per Austria e Germania, vengono in mente le fascinose cartine che arricchivano i libri di storia d’antan, chiamate a dare l’idea dell’incontenibile espansione dell’Impero romano in tutto il Vecchio Continente. Nel caso di Sky si tratta della definizione dei confini dell’evoluto impero televisivo, costruito tenacemente centuria dopo centuria, legione dopo legione, da Keith Rupert Dylan Murdoch, secondo Forbes il 78esimo uomo più ricco del mondo con un patrimonio di 14,4 miliardi di dollari.
L’impresa prese l’avvio venticinque anni fa con la pay tv inglese BSkyB, per servire il pubblico britannico e quello irlandese, continuò nel 2003 con la nascita di Sky Italia, e poi passò in Germania e Austria con l’acquisto della vecchia e disastrata Canal Plus Germania di Leo Kirch, trasformata per l’appunto in Sky Deutschland. Se in Francia e in Spagna i manipoli di Murdoch non avessero dovuto fare marcia indietro, ora ‘The Shark’, lo squalo, come amici e nemici si divertono a chiamarlo in un mescolo di stizza e di lode, meriterebbe davvero, uno dopo l’altro, gli epiteti di Caesar, Augustus, Imperator, Pontifex Maximus, Princeps e Dominus della tivù europea. Scherzi a parte, l’operazione della Grande Sky è un colpo da maestro che permette a 21st Century Fox di controllare con il 39% delle azioni un colosso da 20 milioni di clienti e con un giro d’affari di 11 miliardi di sterline.
L’articolo integrale è sul mensile Prima Comunicazione n. 455 – Novembre 2014