Per bloccare la vendita di Rai Way il governo gioca la carta del ‘golden power’, una legge che protegge i settori “di rilevanza strategica del Paese”

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(MF-DJ) Per difendere le sue torri dall’assalto aggressivo di Mediaset, la Rai gioca la carta del “golden power”. Lo scrive Repubblica sottolineando che, secondo quanto riferito da fonti vicine al Ministero dell’Economia, la Rai -nella sua risposta alla Consob- ha chiamato in causa la legge 56 del 2012, cioè le norme che mettono sotto speciale protezione i settori “di rilevanza strategica del Paese” come l’energia, i trasporti e le comunicazioni.
Matteo Renzi, ricorda la Rai- il 26 febbraio ha confermato che la tv di Stato non deve scendere sotto il 51% nella sua società di antenne televisive (Rai Way), da conservare dunque al pieno controllo pubblico. Queste parole hanno un forte valore politico, simbolico. Ma assumono anche rilievo istituzionale perché la legge richiamata assegna al presidente del Consiglio un potere di veto su operazioni che investano imprese di Stato dal rilievo strategico, come è appunto Rai Way.

Camillo Rossotto, presidente di Rai Way
Camillo Rossotto, presidente di Rai Way

In linea teorica, spiega il giornale, la casa madre Rai potrebbe anche vendere la sua società di ripetitori, ma la delibera andrebbe notificata alla presidenza del Consiglio che avrebbe il potere di imporre delle condizioni alla cessione oppure di bocciarla. E le parole di Renzi lasciano intendere che il veto verrebbe esercitato senza se e senza ma.

Nella sua missiva alla Consob, conclude il giornale, la Rai ha precisato che una cessione dei ripetitori a Mediaset sarebbe un esercizio solo teorico e virtuale, appunto. Perché un ostacolo alla vendita è già scritto nero su bianco nel decreto che condiziona la quotazione di Rai Way al mantenimento del 51% in capo a Viale Mazzini. (Mf-Dj, 2 marzo 2015)