Una dopo l’altra, stanno venendo fuori le proposte di riforma della Rai (Docx), presentate da più fronti, con il comune denominatore: fuori i partiti dalla tv pubblica.

L’ultima è la proposta di Sel, illustrata da Nicola Fratoianni con Pippo Civati e Sandra Zampa del Pd e da Vincenzo Vita, elaborata con il contributo dei cittadini attraverso la piattaforma web di Moveon.org.
Il principio, come per i 5 Stelle, è che la Rai, in quanto “bene comune”, sia disgiunta dalla politica ma anche dal governo. “Noi prevediamo un Consiglio delle garanzie che eleggerà il Consiglio di amministrazione, di cui solo sei membri su ventuno sono indicati dal Parlamento”, ha spiegato Fratoianni, coordinatore nazionale di Sel, “gli altri sono scelti dagli utenti, e questo è un fatto assolutamente innovativo, dalla Conferenza Stato-Regioni, dall’Anci, da organizzazioni non governative”.
Sia questa che la proposta del M5s prevede il superamento della commissione parlamentare di Vigilanza che un intervento sulle autorità di garanzia: l’M5s vuole riformare l’Agcom perché non sia espressione dei partiti (ma il mandato dei componenti attuali scade nel 2019 e l’idea di procedere per sorteggio non piace affatto al Pd), mentre Sel e la sinistra dem vogliono istituire un Consiglio delle garanzie composto anche da rappresentanti della società civile.
Tempi lunghi, insomma. Però qualcosa si sta muovendo in fretta, anche in seguito al colpo di acceleratore impresso da Matteo Renzi (anche con l’ipotesi del decreto, sempre più lontana), all’avvicinarsi della scadenza del Cda di viale Mazzini, a fine aprile (ma la presidente Tarantola finisce il mandato a luglio).
Cosa succede? Il dialogo è aperto, lo ha detto lo stesso Grillo, e il Pd Michele Anzaldi sta lavorando ha per un confronto fra le varie proposte. Pd, 5 Stelle e Scelta civica quindi potrebbero mettere sul tavolo le varie idee di riforma, a partire da quella democratica che prevede la nascita in una Fondazione. L’importante però è l’obiettivo: slegare la Rai dai partiti, per una gestione più snella e trasparente. E, se dal cappello del Parlamento uscirà un disegno di legge come sintesi delle varie proposte, lo stesso Presidente del Consiglio potrebbe evitare di mettere sulla riforma Rai il timbro del governo, incassando però la realizzazione di uno dei punti cruciali da lui indicati, e non rischiando di rinnovare il Cda con le norme della legge Gasparri.
Natalia Lombardo
Scarica o leggi la proposta di legge sulla riforma della Rai di Movoeon.org (Docx)