Giacomelli sulla riforma della radio: priorità a chi fa impresa sul territorio, basta distribuzione a pioggia di contributi

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(Public Policy) – Rivedere funzioni e ruoli. Sono le priorità della riforma delle norme relative al canone frequenze secondo il sottosegretario allo sviluppo economico Antonello Giacomelli, in audizione alla commissione Trasporti della Camera nell’ambito di un’indagine conoscitiva sul sistema dei servizi di media audiovisivi e radiofonici.

Antonello Giacomelli, Sottosegretario alla sviluppo economico (foto Olycom.it)

“La normativa che regola questo settore non ha preso atto del passaggio da analogico a digitale – ha detto Giacomelli – C’è un onere eccessivo sugli operatori di rete. L’obiettivo è di arrivare alla chiusura della procedura di infrazione contro l’Italia aperta nel 2006 e al riconoscimento di un sistema di mercato aperto e competitivo”. Riguardo alla riforma delle norme per la concessione dei benefici alle emittenti radiofoniche locali, il sottosegretario ha detto che la priorità del governo è una “riforma che dia certezze agli operatori e faccia emergere chi fa impresa a livello territoriale rispetto a chi si trova ad approfittare di un sistema di distribuzione a pioggia di contributi”. Fino ad oggi i contributi “non hanno dato una spinta alla crescita ma abbiamo assistito all’utilizzo a pioggia di queste risorse da parte di molti soggetti, più di 600 a livello nazionale. Questa non è libertà di comunicazione: è anarchia”. Tre i criteri della riforma: privilegiare chi fa attività editoriale locale, dare un valore al numero di giornalisti nell’emittente, investimenti in innovazione tecnologica. (Public Policy, 25 marzo 2015)