Il direttore del Tg La7, Enrico Mentana, a ‘Repubblica’: La riforma del governo sulla Rai non cambia nulla. Alla guida serve qualcuno sotto i 50 anni

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“Da Renzi mi sarei aspettato una riforma di sistema, non un disegno di legge che – sul rapporto tra politica e Rai – di fatto non cambia nulla”. Enrico Mentana direttore del tg la7 ma cresciuto nella tv di Stato, chiede al premier di fare qualcosa in più: “Scelga qualcuno sotto i 50 anni”.

Intervistato da Repubblica Mentana spiega che il ddl del governo non rivoluziona il rapporto tra la Rai e la politica. “Eccetto il singolo membro del nuovo cda nominato dai dipendenti della Rai, tutto il resto fa ancora parte dell’ antico metodo di scelta di quello che poi è il collegio decisionale. Il fatto che si crei un capo azienda nella figura dell’ ad sicuramente renderà la Rai più competitiva, ma questa è un’ altra cosa rispetto a renderla indipendente dai partiti”. Poi dà la sua ricetta: “Ho sempre ritenuto che un servizio pubblico radiotelevisivo realmente autonomo dalla politica debba avere un grado in più di separazione rispetto al Parlamento e al governo, una camera di compensazione.

La ricetta – La politica può benissimo scegliere di nominare tre saggi, i quali poi fanno le scelte sul board di direzione e sull’ ad”. Poi a proposito della lottizzazione, dice: “Guardiamo onestamente ai direttori dei tg: Orfeo, Masi, Berlinguer, Maggioni. Veramente possiamo parlare di lottizzazione come quando c’ erano Vespa, La Volpe e Curzi? No. Già molta acqua è passata sotto i ponti. Il problema – e lo dico io che non voto non è la separazione dalla politica in quanto passione politica. Il problema è la presa di distanza della gestione della Rai dalla politica”. Per Mentana il meccanismo migliore è quello che mette una parte della Rai sul mercato. Poi per quanto riguarda i nomi che sono circolati come possibili come Andrea Guerra, Antonio Campo Dall’ Orto, dice: “Qui non si tratta di nomi, non voglio dare giudizi sulle persone perché il punto è la visione che si vuole dare. Appartengo a una generazione in cui i nomi sono sempre gli stessi. La generazione giornalistica tra i 55 e i 65 anni non si è mai alzata. L’ unica cosa che direi a Renzi è: basta cinquantenni”.

http://www.liberoquotidiano.it/news/sfoglio/11772837/Enrico-Mentana—La-riforma.html