Viaggio nella redazione di Vice, l’informazione per gli under 35 che negli Usa sono un terzo della popolazione

Condividi

(Corriere.itNella «Bear Room», la sala delle riunioni editoriali zeppa di vecchi divani di pelle, con un orso imbalsamato sullo sfondo di una foresta innevata, i capi di Vice News discutono dei servizi da mettere in Rete: è il lavoro di inviati che battono gli angoli più disastrati e pericolosi del mondo, dalla Siria alla Nigeria, all’Ucraina.

Jason Mojica
Jason Mojica, direttore di Vice (foto Vice)

Vice News è la punta di diamante del gruppo editoriale creato da Shane Smith partendo, vent’anni fa, da un magazine punk. Al piano di sotto la redazione di Vice.com produce un’informazione più generale e a sfondo socioculturale. C’è anche la sezione Food, quella dedicata al cibo. «Più che ricette — racconta il caporedattore, la giovanissima Helen Hollyman — il nostro pubblico ci chiede storie originali». Oggi la prima pagina, sul sito, se l’è guadagnata quella dei frati trappisti che in Venezuela stanno cercando di salvare la produzione di caffè. «A Caracas — spiega Helen — non abbiamo una vera redazione, ma c’è un collaboratore bravissimo a raccontare i traffici criminali che prosperano in questo Paese caotico».

Esplora il significato del termine: Informazione alternativa

Partito nel 1994 da una rivista musicale, la «Voice of Montreal», ribattezzata «Vice» pochi anni dopo, il canadese Shane Smith ha costruito un circuito d’informazione alternativa diventato rapidamente una corazzata del mondo dei nuovi media, che compete con BuzzFeed di Ben Smith, il gruppo Vox o The Intercept di Glenn Greenwald, oltre che con stampa e tv tradizionali. Il gruppo Vice Media oggi vale 2,5 miliardi di dollari (tra gli investitori, con quote di minoranza, anche Murdoch e il gruppo A&E degli editori Hearst e della Disney) e ha 1.500 dipendenti sparsi in 36 Paesi del mondo che lavorano su varie piattaforme. Ci sono i video per il web e la televisione, a partire dal canale Hbo di Time Warner e da quelli diffusi su YouTube. Poi i siti digitali d’informazione, quelli musicali (Noisey), di cultura tecnologica (Motherboard), danza (Thump), anche arti marziali (Fightland) e molto altro ancora. Compresa la rivista «Vice», ormai di carta patinata: fra tante storie di vizi, crimini, misfatti, nell’ultimo numero c’è spazio anche per due articoli dalla Svezia. Uno è sullo Stato islamico che riesce a trovare reclute tra i ragazzi annoiati e arrabbiati del Paese scandinavo. L’altro è dedicato alla rapida diffusione della demenza senile tra gli anziani svedesi e ai suoi enormi costi economici e sociali.Informazione alternativa.

Continua su Corriere.it