(MF-DJ) Il sottosegretario di Stato al Mise, Antonello Giacomelli, spiega che il Governo ritiene che “Rai Way sia un soggetto che ha le potenzialità per essere molto più dinamico per il Paese sull’attività” di trasmissione del segnale radio televisione “rispetto a quello che è stato negli scorsi anni”.

Parlando a margine dell’apertura dell’anno 2015 dell’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, il sottosegretario ha inoltre spiegato che il Governo pensa “che debba esserci nel progetto di valorizzazione di Rai Way il punto fermo del mantenimento del controllo pubblico”.
In merito alle possibilità che un matrimonio con Ei Towers vada in porto, all’indomani della decisione di quest’ultima di rivedere al ribasso – al 40% – il target dell’Opas, e in particolare la possibilità che le autority concedano il benestare all’operazione, Giacomelli ha aggiunto che “devono pronunciarsi gli organismi e gli enti interessati, per evitare di incorrere in problemi legati alla legge dell’Opa, è un percorso e procedure che noi rispettiamo. È comunque intuibile per chiunque”, ha puntualizzato il sottosegretario al Mise, “che quanto siamo partiti con la quotazione di Rai Way non si trattava di un atto isolato per prendere un pò di tempo. Abbiamo infatti in mente la valorizzazione e un progetto che fanno perno esattamente su un ruolo della società più dinamico rispetto a quello che è stato finora”. “Noi abbiamo una nostra visione”, ha concluso Giacomelli. “La perseguiremo e riteniamo che non sia in contrasto con nessuno. È una visione in linea con le esperienze internazionali di questo tipo, ossia di un soggetto non verticalmente integrato e una distinzione netta tra questo tipo di operatore e il fornitore di contenuti”. (MF-DJ, 13 aprile 2015)
Rai: Giacomelli, con nuova governance stop a negoziati politica/azienda
(MF-DJ) Il decreto legge attualmente in discussione in Parlamento attraverso cui il Governo si propone di ridisegnare la governance della Rai risponde all’esigenza di “mettere fine alla quotidiana negoziazione tra la politica e l’impresa”.
Così il sottosegretario di Stato al Mise, Antonello Giacomelli, intervenendo all’apertura dell’anno 2015 dell’Istituto dell’Autodisciplina Pubbliciatria.
Il sottosegretario ha inoltre ricordato che fino ad oggi qualora volesse nominare il direttore di uno dei canali principali “il d.g. Gubitosi, indicato dal Governo precedente, sarebbe costretto a negoziare con il Cda che è una sorta di parlamentino, per riuscire a farlo. Invece, nella riforma proposta, ci sarà un a.d. nominato dal governo che avrà il potere di decidere senza negoziare con il Cda e risponderà al Governo del proprio operato”.
Rai: Giacomelli, non sia competitor per privati ma traino per Paese
(MF-DJ) La Rai “non deve essere il competitor della aziende private che operano nel settore, quanto piuttosto un traino per il sistema Paese”. E’ quanto ha dichiarato il Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, Antonello Giacomelli, durante un evento a Milano. Secondo l’esponente del Mise, la priorità che la tv di Stato dovrebbe darsi è tuttavia quella di “giocare un ruolo importante per tutto il comparto della creatività: il tema non è il rapporto tra Rai e Mediaset, bensì quello di come il sistema possa riuscire a restare sul mercato internazionale”.
Pubblicità: Giacomelli, riflettere su nuove forme ma no a regole gladiatorie
(MF-DJ) Il Sottosegretario di Stato al Ministero dello Sviluppo Economico, Antonello Giacomelli, invita ad aprire una discussione su alcune nuove formule di pubblicità che stanno prendendo piede sul mercato e sulle quali la regolamentazione è ancora piuttosto carente.
Intervenendo alla cerimonia di apertura dell’anno 2015 dell’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, Giacomelli ha infatti dichiarato che “cookies e aste istantanee online pongono una riflessione seria sul tema della privacy e su quello della correttezza: producono uno spostamento significativo della raccolta pubblicitaria che finisce per incidere sulla raccolta di giornali e broadcaster”. Giacomelli ha però puntualizzato, evidentemente a nome del governo, che “non ci piacciono le regole gladiatorie scelte da alcuni Paesi; bene ha fatto l’Italia a cercare di stringere accordi con i soggetti interessati, come ad esempio quello raggiunto recentemente con Google”.