L’ad di Rolex chiede a Renzi e ad Alfano la rettifica delle dichiarazioni sui violenti di noExpo: inaccettabile affiancamento del nostro marchio alla devastazione di Milano

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di Laura Preite – Rolex non ci sta che il suo marchio venga associato agli scontri avvenuti all’apertura di Expo tra le vie di Milano. In una pagina sul Corriere di oggi l’amministratore delegato di Rolex Italia Gianpaolo Marini si rivolge direttamente al presidente del Consiglio Renzi e al ministro dell’Interno Alfano chiedendo una rettifica delle loro dichiarazioni.

Domenica scorsa il premier Renzi intervenendo alla festa dell’Unità in corso a Bologna sugli incidenti e la distruzione di vetrine e macchine da parte degli antagonisti aveva detto: “Agli amici del Pd di Milano dico grazie: mentre quelli col Rolex andavano a distruggere le vetrine loro si sono messi a pulire le vetrine e dire che quattro teppistelli non la vinceranno, non avranno la meglio. Siamo più forti noi”. Alfano aveva ribadito: “Ieri in piazza ho visto farabutti con il cappuccio e figli di papà con il Rolex”.

Rolex Expo
(foto Repubblica.it)

Oggi Marini risponde: “Debbo esprimere profondo rincrescimento e disappunto per l’associazione insita nelle vostre parole fra la condizione di ‘distruttori di vetrine ed il fatto di portare un orologio Rolex al polso. (…) Credo che il dettaglio dell’essere – o non essere – quest’ultimo di marca Rolex sia obiettivamente cosa marginale rispetto al cuore delle vostre dichiarazioni. Purtroppo l’eco suscitata dalle vostre parole è stata straordinariamente vasta ed ha prodotto l’inaccettabile affiancamento dell’immagine di Rolex alla devastazione di Milano e all’universo della violenza eversiva”.

Marini si riferisce all’orologio apparso al polso di un manifestante (nella foto sopra) e ricorda che Rolex è presente da ottant’anni in Italia ed è un ‘cittadino’ esemplare di Milano “ossequioso della legalità e molto spesso chiamato a collaborare con le forse dell’ordine in occasione di indagini”.

L’ad chiede anche che Rolex sia usato in lettere maiuscole com’è registrato il marchio, “il suo utilizzo in caratteri minuscoli ed in forma sostantivata generica non risponde a correttezza ed è suscettibile di diluire e pregiudicare il suo valore e la sua distintività”.