(Il Sole 24 Ore) Non è illegittima la condotta dell’azienda che crea un falso profilo Facebook per incastrare il dipendente negligente. Provando in questo modo la propensione ad assentarsi dal posto di lavoro, tanto da arrivare al licenziamento. Sul punto, e sulla più generale questione dei controlli sul lavoratore, interviene la Corte di cassazione, sezione Lavoro, con la sentenza n. 10955 depositata ieri. La pronuncia ritiene accertatii fatti sulla base dei giudizi di merito, nei quali era emerso come il capo del personale dell’impresa avesse creato un falso profilo femminile su Facebook con richiesta di amicizia a un dipendente che già era stato sorpreso ad assentarsi dal posto di lavoro per una telefonata di oltre un quarto d’ora, lasciando incustodito un macchinario che, durante l’assenza, si era bloccato. Quello stesso giorno era stato trovato nel suo armadietto aziendale un Ipad accesoe collegato alle rete elettrica. Nei giorni successivi, in seguito alla richiesta di amicizia arrivata dal falso profilo Facebook, il dipendente aveva chattatoa lungo e in più occasioni in orari che coincidevano con quelli di lavoro. Sulla base di tutti questi elementi era scatta la procedura di licenziamenti per giusta causa, adesso avallata dalla decisione della Cassazione. (…)
Falso profilo Facebook per controllare i lavoratori (Il Sole 24 Ore, 28 maggio 2015)