(MF-DJ) C’è il Fondo di finanziamento per il Piano strategico della banda larga e il Fondo di garanzia a copertura degli investimenti, ci sono i voucher da destinare agli utenti che accetteranno di abbandonare i vecchi abbonamenti per passare ai nuovi collegamenti veloci. In forse c’è solo il credito di imposta per il quale rimarrebbero alcuni dubbi della Ragioneria generale dello Stato sulle coperture. Il tutto per un impegno di spesa di oltre 7 mld.

Pur soggetto ancora a qualche possibile limatura nei prossimi giorni, il decreto “Comunicazioni” -scrive Repubblica- è pronto per approdare in Consiglio dei ministri. Con tutta probabilità la settimana prossima, tra martedì e mercoledì. È il testo a lungo atteso dagli operatori perché fissa gli impegni del Governo nei confronti dello sviluppo delle reti di nuova generazione. Secondo quel meccanismo di collaborazione tra pubblico e privati per cui questi ultimi dovrebbero investire almeno quanto il pubblico. Un progetto su cui conta molto il premier, Matteo Renzi, sia per la mole degli investimenti da qui al 2020 e la ricaduta in termini di posti di lavoro, sia per dimostrare all’Europa che il Paese è in grado di recuperare le ultime posizioni in classifica sulla diffusione della banda larga. La novità significativa riguarda l’articolo 3 del decreto in cui si definiscono le caratteristiche dei voucher destinati all’utente finale.
Soprattutto per la somma messa a disposizione dal Governo, superiore alle previsioni. Secondo quanto riferito dal giornale, la somma stanziata – se confermata dal Cdm- sarà di 1,4 mld nel quinquennio considerato. Contro i 4,6 mld destinati al Fondo per il finanziamento della banda larga. In un primo momento si era ipotizzato che il rapporto fosse di 1 a 4, mentre ora la bilancia pesa di più in favore del contributo a chi deciderà di passare alla banda larga. (MF-DJ, 5 giugno 2015)