(AGI) “Abbiamo dimostrato che non avevamo paura di confrontarci con la minoranza su questi temi. La Rai e’ di tutti ed era giusto ascoltare tutti. L’impianto della legge e’ rimasto intatto: l’amministratore delegato con pieni poteri, la Rai che diventa una Spa normale,

la Commissione di vigilanza che non ha potere di nomina e quindi non partecipera’ piu’ alla spartizione”. Lo ha detto il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli in una intervista all’Unita’.
“Il Governo – prosegue Giacomelli – indichera’ il nome ma l’Ad sara’ nominato dal Cda che lo potra’ anche sfiduciare, come nelle aziende normali. Il capo azienda e’ nominato dall’azionista e rispondera’ pubblicamente del suo lavoro: Renzi lo proporra’ al cda e l’opinione pubblica lo misurera’ sui risultati. In modo trasparente. In questo modo riportiamo la Rai a una dimensione di azienda e togliamo di mezzo la commistione quotidiana di partit, partiti filiere e vertici aziendali”. Giacomelli poi spiegato che “Gubitosi ha saputo mettere a posto i conti, ha avviato la riorganizzazione delle news, ha valorizzato e resa dinamica Raiway. Ma non basta. Il nuovo servizio pubblico non sara’ tale se non sapra’ misurarsi su tre dimensioni: internazionalizzazione, cultura, innovazione”. (AGI, 28 luglio 2015)