“I clienti stanno diventando sospettosi” ha detto Sir Martin Sorrell, chief executive di Wpp, commentando l’accusa che il Financial Times ha mosso a Google sulla falsificazione delle visualizzazioni degli ads pubblicitari. Sia Google che Facebook, ha commentato, dovrebbero alzare la posta in gioco, quando si tratta di dare prove solide che i post pubblicitari vengano visti da persone vere. Se continuasse ad esserci ambiguità, gli inserzionisti potrebbero tornare a concentrarsi sui media tradizionali, come stampa e televisione. Sorrell ha poi assicurato che la Wpp, il più grande gruppo al mondo di marketing services, da tempo conduce una crociata per eliminare le frodi nell’online advertising e per evitare perdite di denaro, come gli investimenti su pagine web che non vengono guardate dagli utenti.

“Le misure di prevenzione online sono deboli” ha continuato, come riporta il Financial Times. “Le compagnie che lavorano sul web sono considerate più attraenti e penalizzano i media tradizionali”. Lo studio condotto dal quotidiano economico ha fatto dubitare di come Google gestisce le frodi per gli inserzionisti online, in particolare su YouTube.