“Non abbiamo arraffato nulla, abbiamo comprato Rcs libri perché era in vendita. Vorremmo non essere trattati come i cocchi di mamma ma neppure come Pietro Gambadilegno”. Lo ha detto Gian Arturo Ferrari, vicepresidente Mondadori Libri Spa, oggi al convegno organizzato alla Biblioteca del Senato dedicato a ‘Il libro e il mercato editoriale: nuove forme e nuove strategie’. Lo riferisce l’agenzia Ansa.
“Nessun gruppo straniero ha cercato di comprare il gruppo Rizzoli, neppure i tedeschi che sono in espansione. Alcuni hanno deciso di investire, altri no. Noi lo abbiamo fatto perché crediamo nei libri, nel mercato italiano e nell’editoria. Il problema principale del mercato del libro in Italia è il fatto che è piccolo, vale poco più di 1 miliardo di euro, non le concentrazioni”, ha sottolineato Ferrari.

Le case editrici presenti e future “manterranno la loro identità”, ha continuato il vicepresidente di Mondadori Libri Spa citando gli esempi di Einaudi “enormemente più forte di quando la abbiamo presa”, e di Guanda, che non ha perso “la sua identità dentro al Gruppo Gems”. “Abbiamo comprato – ha concluso Ferrari – perché era l’unico modo per recuperare risorse da investire nei libri, diminuendo tutti gli altri costi, come quelli amministrativi, che si possono ridurre”.