Nuove pressioni in Turchia sui media anti Erdogan. Sequestrata la rivista Nokta e arrestati direttore e caporedattore accusati di eversione

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Non è servita a molto la lettera che poco prima delle elezioni di domenica 1 novembre i direttori di media internazionali hanno inviato alle autorità governative turche per esprimere la loro preoccupazione per i recenti attacchi alla libertà di stampa avvenuti nel Paese. Secondo quanto riporta questa mattina l’Ansa riprendendo l’agenzia di stampa Dogan, un tribunale di Istanbul ha ordinato il sequestro della rivista Nokta e l’arresto del direttore Cevheri Guven, e il caporedattore centrale, Murat Capan, per “istigazione a delinquere” per una copertina con una foto del presidente Recep Tayyip Erdogan e il titolo “Lunedì 2 novembre: l’inizio della guerra civile turca”. Ovvio il riferimento al voto politico di domenica , in cui l’Akp di Erdogan con il 60% dei voti ha riconquistato la maggioranza assoluta in Parlamento.

Recep Tayyip Erdogan (foto Olycom)
Recep Tayyip Erdogan (foto Olycom)

Già a metà settembre, ricorda l’agenzia, la polizia aveva compiuto un blitz nella redazione di Istanbul di Nokta, ritirato dalle edicole, per un fotomontaggio in copertina che mostrava Erdogan che si faceva un selfie mentre sullo sfondo alcuni soldati portavano a spalla il feretro di un loro commilitone morto nel conflitto riesploso a luglio con il Pkk curdo. Già in quell’occasione Capan era stato arrestato e poi rilasciato in libertà condizionata. Due settimane fa inoltre il sito della rivista era stato bloccato da un tribunale di Istanbul, che aveva stabilito una “censura preventiva” per aver diffamato l’Akp.

Sempre di oggi è la notizia che gli amministratori nominati dal tribunale turco per il ‘commissariato’ gruppo editoriale Ipek, hanno licenziato 58 giornalisti. Secondo quanto riporta Ansa, la notizia sarebbe stata riferita proprio da alcuni giornalisti, ai quali, dopo una sospensione di alcuni giorni, non sarebbe stato permesso di rientrare nella redazione che ospita i quotidiani Bugun e Millet e i canali Bugun tv e Kanalturk, scombrata dalla polizia il 28 ottobre. L’intervento era stato deciso per i presunti legami del gruppo editoriale con il magnate e imam Fethullah Gulen, prima alleato e ora nemico numero uno di Erdogan.