Daniela Colombo – Dopo mesi di chiacchiere e anticipazioni ieri si è alzato il sipario su SkyQ, il nuovo decoder della pay tv di Murdoch che, insieme ad una serie di altri prodotti permetterà di creare attorno alla tv un vero ecosistema, realizzando quella che alla presentazione di ieri, 17 novembre, hanno chiamato ‘fluid viewing’. “Sky Q è un nuovo modo per gli abbonati di sperimentare la TV, secondo i loro gusti. Abbiamo voluto ri-immaginare la TV in modo che sia flessibile, senza soluzione di continuità tra diversi schermi e di mettere una vasta scelta di intrattenimento a portata di mano”, ha detto James Darroch, sintetizzando le novità che passano attraverso il nuovo decoder.

Il decoder, che sui siti inglesi hanno già definito il prodotto più significativo presentato da Sky dopo il lancio dell’HD una decina di anni fa, studiato per tenere il passo con rivali del calibro di Netflix, potrà essere utilizzato dagli utenti come hot-spot, in modo da creare una sorta di rete domestica alla quale collegare altri dispositivi, tablet in testa. Sarà possibile guardare diversi programmi su un massimo di 5 schermi, registrando in contemporanea altri 4 canali; mettere in pausa e riprendere successivamente la visione, non necessariamente sullo stesso dispositivo utilizzato, ma su altri, anche in altri ambienti della casa.
Nuova anche la grafica, più fluida per passare da una sezione all’altra con più semplicità. Presenti suggerimenti in base ai contenuti già selezionati e visti in precedenza, e poi la presenza di app e contenuti esterni. Tra le prime partnership e accordi editoriali annunciati Condé Nast Entertainment inclusi GQ, Vanity Fair, Vogue, WIRED, GoPro, Jukin Media, Kin Community, Red Bull Media House e Whistle Sports, ma anche YouTube e Vevo. Non è da escludersi poi in un futuro l’arrivo anche di Netflix.
La novità sarà disponibile per i 12milioni di abbonati in Uk e Irlanda dal 2016, più difficile stabilire quando arriverà anche nel resto d’Europa, in Italia e Germania, dove lo sbarco potrebbe essere nel 2017.