Al via il processo Vatileaks 2, con i giornalisti Nuzzi e Fittipaldi tra gli imputati. L'Associazione della Stampa Estera: è preoccupante che l'esercizio della nostra professione sia considerato un delitto

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“Si ricorda che le varie dichiarazioni dei diritti dell’Uomo, come la ‘Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali’ contengono non solo la ‘Libertà di Religione’ (articolo 9), spesso invocata dalla Chiesa Cattolica e dal Vaticano, ma anche la ‘Libertà di Espressione’ (articolo 10). Su questo diritto, la Convenzione dice espressamente: ‘Questo diritto Associazione include la libertà di avere delle opinioni e di ricevere e dare informazioni senza interferenza delle autorità pubbliche e senza riguardo alle frontiere'”.

Così in una nota, il Consiglio Direttivo dell’ Associazione della Stampa Estera in Italia, ha espresso le sue “forti preoccupazioni” per il coinvolgimento dei due giornalisti italiani, Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi, nel processo ribattezzato Vatileaks 2, al via questa mattina alle 10.30 nel Tribunale Vaticano.

“Certamente, il Consiglio Direttivo della Stampa Estera conferma che le informazioni giornalistiche si devono ottenere in modo legale e legittimo”, prosegue il comunicato, ripreso dall’Agenzia Ansa. Ma “in ogni caso, se ci sono delle malefatte non sono colpa dei giornalisti che le scoprono e che professionalmente hanno il dovere di pubblicarle. Il problema invece sono coloro che le irregolarità ‘malefatte’ le hanno commesse e di chi ha creato e tollerato delle strutture che forse favoriscono dei comportamenti scorretti”. “Il ruolo dei media e dei giornalisti è quello di rendere pubblici i problemi, per dare in questo modo un contributo al loro superamento – conclude la nota -. E’ preoccupante che l’esercizio della nostra professione venga considerato un delitto”.