Il giornalismo nell'era dei social vale 4 euro ogni 1000 impression. Il modello Blasting News di Andrea Manfredi: non siamo editori ma una piattaforma che scatena discussioni

Condividi

di Roberto Borghi – Il giornalismo nell’era dei social vale 4 euro ogni 1000 impression. Almeno secondo quanto propone Blasting News di Andrea Manfredi che il 25 novembre a Milano ha organizzato un incontro per tracciare il bilancio di quanto fatto nei primi due anni di vita. Trentadue milioni di utenti al mese nel mondo di cui 12 in Italia e un ambizioso progetto di espansione globale che prevede a breve un’attività di fundraising su venture capital Usa e Uk. Per un modello di business principalmente basato sulla pubblicità che, assicura il fondatore e ceo, porterà la società al cash break-even proprio in questo fine anno.

Andrea Manfredi
Andrea Manfredi

Il sistema Blasting News si basa sulla distribuzione, condivisione e monetizzazione di contenuti forniti dai ‘blaster’ ossia giornalisti che vengono pagati in base alle performance online dei pezzi. Si parte appunto da 4 euro ogni mille impression realizzate da un articolo, che in genere è di 2000 battute. Via via che i click aumentano, crescono proporzionalmente anche i compensi. “Si può guadagnare fino a 150 euro a pezzo e alcuni nostri blaster arrivano anche 3 mila euro al mese”, dice Manfredi.
I sofisticati algoritmi di Blasting News impediscono il ‘copia e incolla’ e dovrebbero anche garantire una verifica di qualità sul materiale inviato dai blaster. Che sono suddivisi in tre categorie: junior, senior e certified. Questi ultimi sono contributor ‘di qualità’, giornalisti esperti  a cui è chiesto di garantire notizie originali che in genere vanno in apertura di Blasting News.
Chiunque può diventare un blaster e mandare un pezzo sperando che generi traffico sufficente a raggiungere una qualche retribuzione. Un po’ di più della soglia base dei 4 euro ogni 1000 impression, prendono i blaster senior mentre i certified hanno persino un minimo garantito, intorno ai 40-50 euro. Agli stessi giornalisti presenti alla conferenza stampa milanese è stato fatto l’invito ad aggregarsi come blaster. E se un giornalista  e’ legato in esclusiva a una testata? Ha chiesto un reporter. “Si può sempre usare uno pseudonimo e poi la nostra sede è in Svizzera. Oltretutto”, dice Manfredi, “noi non siamo un editore ma una piattaforma che applica i principi della sharing economy. Il nostro obiettivo non è pubblicare news ma scatenare discussioni in quella nicchia di Rete dedicata all’informazione”.