Nikkei chiude l'acquisto del Financial Times per 844 milioni di sterline. L'obiettivo è raggiungere 1 milione di abbonati online e dimostrare al mondo che il giornalismo di qualità è ancora un grande affare

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Il colosso internazionale dell’informazione finanzairia Nikkei Inc., che già edita il Nihon Keizai Shimbun, ha annunciato la chiusura dell’acquisizione del Financial Times. Insieme i due quotidiani hanno una circolazione giornaliera di circa 3 milioni di copie, pari a più del doppio del Wall Street Journal, 70 uffici e 2mila giornalisti, come riporta il sito del Financial Times.

John Ridding, chief executive del Financial Times (foto da Reuters)

“E’ un’onore per noi dare il benvenuto al Financial Times nella famiglia Nikkei”, ha dichiarato il presidente e Ceo di Nikkei Inc. Tsuneo Kita. “Nikkei e il Financial Times condividono la medesima missione: quella di fare giornalismo credibile, indipendente e trasparente”. Mentre per John Ridding, chief executive del Financial Times, “questo è solo l’inizio di un nuovo entusiasmante capitolo nella storia del Financial Times”.

Dopo l’offerta di Axel Springer, editore di Bield e Die Welt, i dirigenti del gruppo giapponese avevano dovuto presentarne una del prezzo di 844 milioni di sterline, giudicata da alcuni osservatori molto elevata, forse eccessiva.

“Insieme possiamo provare al mondo che un grande giornalismo può essere un grande affare”, la risposta che Ridding ha affidato alla stampa e ripresa dal Guardian. “Saremo il ‘gold standard’, il punto di riferimento, per ogni modello di business in ambito media”, ha aggiunto Ridding, “come del resto già lo siamo per il giornalismo di qualità”.

L’ambizione del Financial Times è quella di crescere anche per numero di abbonati digitali, che oggi sono 750mila ma devono raggiungere il milione “nel minor tempo possibile”.