Facebook accusata di violare la privacy dal Garante francese. Tre mesi per chiedere consenso esplicito su dati come credo religioso e orientamento sessuale

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La Commission nationale de l’informatique et des libertes (Cnil), l’autorità francese responsabile della protezione dei dati, ha accusato Facebook di violazione della privacy e minacciato l’imposizione di una multa in caso di mancato cambiamento nelle pratiche di gestione delle informazioni degli utenti.

Come riferisce l’agenzia Dow Jones, in un ordine di 17 pagine datato 26 gennaio ma pubblicato solo ieri, il Cnil ha ordinato al social network di cambiare entro tre mesi le modalità di raccolta e utilizzo delle informazioni sugli utenti. In caso contrario sarà comminata una multa fino a 150 mila euro.

Mark Zuckerberg
Mark Zuckerberg (foto Olycom)

La commissione, spiega Dow Jones, ha ordinato, tra le altre cose, a Facebook di informare in modo adeguato chi non ha un account sul social network che la loro navigazione su Internet viene monitorata tramite le funzioni ‘mi piace’. Inoltre è stato ordinato a Facebook di chiedere un consenso esplicito alla raccolta di dati su credo religioso, orientamento sessuale e altre informazioni sensibili.

La Cnil ha spiegato di aver reso pubblica la sua iniziativa “a causa della gravità delle violazioni e dei diversi individui interessati dal servizio di Facebook”, che in Francia conta 30 milioni di utenti.

“Proteggere la privacy delle persone che utilizzano Facebook è al centro di tutto ciò che facciamo”, ha affermato un portavoce del social network. “Siamo sicuri di attenerci alla normativa europea sulla protezione dei dati e non vediamo l’ora di impegnarci con la Cnil per rispondere alle loro preoccupazioni”.

L’iniziativa della commissione francese, ricorda Dow Jones, è l’ennesima iniziativa lanciata dalle autorità di vigilanza nazionali in Europa sulle pratiche di raccolta dati di Facebook.