Italia agli ultimi posti nella classifica Ue per capacità di connessione. La Commissione avverte: non si fa economia digitale se un terzo della sua popolazione non usa Internet (INFOGRAFICA)

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L’Italia si conferma agli ultimi posti delle classifiche europee sulle capacita’ digitali. E’ quante emerge dalla periodica “mappatura” tecnologica degli Stati Ue della Commissione, che ha oggi pubblicato l‘Indice dell’economia e della societa’ (Desi).

In particolare, scrive Agi, l’Italia e’ al 27/mo posto su 28 per capacita’ di connessione a internet. Questo perche’ sebbene la banda larga sia “ampiamente disponibile” la copertura di banda larga veloce “non procede con la rapidita’ sufficiente”. Il risultato e’ che in Italia gli abbonamenti alla banda larga fissa “rimangono bassi, a solo il 53% delle famiglie (che conferma come la percentuale piu’ bassa in Europa)”. Inoltre scontiamo “la scarsa disponibilita’” di reti di nuova generazione. Oltre all’accesso al mondo digitale, per il nostro Paese si pone il problema del personale specializzato. Non ci sono reti, ma neppure naviganti. La Commissione europea avverte: l’Italia “non puo’ sperare di cogliere appieno i benefici dell’economia digitale fintanto che un terzo della sua popolazione non usa regolarmente Internet”. Questa mancanza di competenze digitali si deve principalmente al “basso livello di istruzione della popolazione italiana”. Nel nostro Paese solo il 42% della popolazione ha un livello di istruzione al di sopra dell’istruzione secondaria di primo grado (licenza media), “quarto valore piu’ basso dell’Ue”. Il sistema Paese ne risente, e ci posizioniamo 20simi su 28 per e-business. La Commissione europea rileva che “le imprese italiane non stanno facendo molti progressi nel l’adozione di soluzioni per l’e-commerce” nonostante ma il canale di vendita on-line “sta acquisendo importanza”. Per Bruxelles “sembra che le Pmi italiano si stanno rendendo conto lentamente” che l’e- commerce puo’ essere uno strumento di crescita e risposta alle conseguenze della crisi economica. Pochi passi avanti anche nel settore pubblico. La disponibilita’ di servizi pubblici on-line ha registrato “progressi” ma le informazioni non sono usate dalla pubblica amministrazione per facilitare le cose ai cittadini.