Asati esprime perplessità per una eventuale fusione tra Telecom e la francese Orange. Lo scrive il presidente dell’associazione che raccoglie i piccoli azionisti del gruppo di tlc italiano, Franco Lombardi, in una lettera inviata, tra gli altri, al premier Matteo Renzi e al Ministro dell’economia Pier Carlo Padoan.
“Ci chiediamo – scrive Lombardi – anzitutto quale sono i vantaggi per TI e il nostro Paese qualora Orange, controllata di fatto dallo Stato (francese, ndr) che ne detiene circa il 24% possa acquisire Telecom, società non partecipata dallo Stato, e privata addirittura con il plauso del capo del Governo italiano che invece proprio a difesa di una delle ultime aziende strategiche del paese dovrebbe auspicare una presenza significativa di Cdp in TI”.
“Esiste il pericolo che l’operatore tlc italiano ricada in qualche modo sotto la responsabilità delle decisioni del Governo francese?”, è la domanda sollevata da Lombardi, che precisa: “in nessun grande Paese europeo viene configurata una ipotesi così bizzarra e discutibile. Del resto il nuovo piano industriale di TI molto aggressivo e sfidante non vediamo in alcun modo come beneficerebbe da questa fusione”.
Quali sono le ‘nuove idee e nuovi investimenti’ che porterebbe Orange in Italia?”, si chiede ancora Lombardi.
Per Asati, inoltre, essendo “la capitalizzazione di Orange” doppia rispetto a quella di Telecom, scrive l’Agi, l’operazione non sarebbe un merger ma una vera e propria acquisizione. A seguito di tale operazione, fa notare l’associazione si avrebbero ricadute occupazionali e potrebbero essere modificati i piani di intervento dello Stato italiano per la diffusione della banda larga nel Paese.
“Da ultimo andrebbe anche valutato l’influenza che la cessione della società a un azionista con partecipazione dello Stato avrebbe su un aspetto di grande importanza per il nostro Paese: la sicurezza delle informazioni che viaggiano sulla rete sia quelle nazionali e quelle internazionali tramite Sparkle, e la Francia e anche l’Italia sanno bene in questo periodo cosa significa la sicurezza di informazioni sensibiili per un Paese”, conclude Lombardi.