Gli italiani mantengono un cauto ottimismo per la ripresa del mercato. Il lavoro resta la prima preoccupazione, insieme a terrorismo e criminalità. La Global Consumer Confidence Survey di Nielsen (INFOGRAFICA)

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Cresce la fiducia degli italiani. Questo in sintesi il dato che emerge dalla Global Consumer Confidence Survey di Nielsen che ha registrato, nel primo trimestre del 2016, un indice di fiducia più alto di 2 punti rispetto allo stesso periodo del 2015 (Q1 2015: 57 vs Q1 2016: 59). Nonostante l’indice si sia abbassato di 2 punti rispetto al picco positivo di fine 2015 (Q4 2015: 61), che ha rappresentato il risultato migliore mai raggiunto dopo il minimo storico del  2012 (Q4 2012: 39), l’Italia si mantiene vicino a quota 60; un risultato sicuramente positivo per la nostra nazione che mancava dal 2010.

L’analisi, condotta su un campione di 30mila individui in più di 60 Paesi, vede l’Italia però ancora lontana dal resto dell’Europa (78, vs 77 Q1 2015): ci posizioniamo infatti solamente sopra ai Greci (53), ma rimane ampio il gap che ci divide dai paesi europei più fiduciosi come Gran Bretagna (97) e Germania (97).

Positivo il fatto che, nonostante gli Italiani mantengano una forte consapevolezza della crisi economica, si è abbassata del 6% rispetto allo scorso anno (Q1 2015: 93%) la percentuale di coloro che ritengono il paese in un momento di recessione, mentre si mantengono cauti i nostri connazionali relativamente alla capacità del paese di uscire dalla crisi nei prossimi 12 mesi. Rimane infatti stabile rispetto allo scorso anno (Q1 2015: 16%) la percentuale di italiani che ritiene il paese in grado di uscire dallo stato di recessione.

Segnali positivi, invece, relativamente ai consumi. Secondo i dati proposti dallo studio, disponibile sul sito Nielsen.com, è in crescita infatti (Q1 2016:20%) la percentuale di italiani che ritiene sia il momento giusto per acquistare i beni di cui necessita: + 3% rispetto allo stesso periodo del 2015 (Q1 2015: 17%) e +2% rispetto al trimestre precedente (Q4 2015: 18%). Un dato che deriva dall’ottimismo relativo allo stato delle proprie finanze nei prossimi 12 mesi (Q1 2016: 24%), in crescita del 3% rispetto al Q1 2015 (21%). Stabilità invece per le prospettive lavorative, positive per il 12% (vs 13% del Q1 2015).

La sicurezza lavorativa, pur rimanendo la principale preoccupazione degli italiani (19%), diminuisce di 9 punti percentuali rispetto al Q1 2015 (28%) a seguito del crescere di fenomeni quali terrorismo (12% vs 9%) e criminalità (7% vs 4%). Economia, debiti e guerre crescono leggermente, registrando un aumento di 2 punti, essendo la maggior preoccupazione rispettivamente per il 10%, 7% e 4% degli italiani. Fiducia nel lavoro del governo sul tema dell’immigrazione: solo il 5%, infatti, si dice preoccupato da questo tema, che risulta al contrario tra le principali preoccupazioni per inglesi (17%), tedeschi (12%) e francesi (11%).

Il risparmio rimane ancora un tema molto importante per gli italiani. Il 35% infatti afferma di voler risparmiare una volta coperte le spese essenziali. Dato però leggermente in calo rispetto allo scorso anno (37% Q1 2015), che fa ben sperare rispetto all’andamento dei consumi nei prossimi mesi. Sono in crescita inoltre le percentuali di coloro che affermano di voler acquistare vestiti (30% vs 27% Q1 2015) e di voler fare una vacanza (30% vs 27% Q1 2015). Rimane però ancora alto e pari al 24% la percentuale di coloro che non hanno soldi extra a fine mese.

Segnali positivi arrivano anche da coloro che hanno modificato le proprie abitudini di spesa per poter risparmiare (61%). Il dato registra però un calo di 11 punti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (Q1 2015: 72%), confermando il trend iniziato nel 2014. Tra gli strumenti più utilizzati per il controllo delle spese familiari al primo posto troviamo i tagli sull’acquisto di nuovi capi d’abbigliamento (55%), seguiti dalla riduzione dei pasti take away (53%) e dell’intrattenimento fuori casa (50%), l’acquisto di prodotti più economici al supermercato (46%) e i tagli sulle vacanze (43%).

Ma gli italiani si sentono ottimisti e appena le condizioni economiche del paese miglioreranno le rinunce verranno ridotti, stabilizzandosi al 22% per l’abbigliamento, al 26% per il take away e 21% per il divertimento.

I segnali positivi, già evidenziati lo scorso anno, non mancano neanche in questo inizio 2016, conclude la ricerca. Il processo sicuramente richiede tempo e conferme da parte del governo, ma i consumatori italiani sono pronti a rispondere in modo positivo.

Leggi o scarica l’infografica completa (.pdf), disponibile sul sito Nielsen.com/it