Allargare il tax credit anche sui format d’intrattenimento, dice il sottosegretario Giacomelli, che sulla banda larga aggiunge: tra Enel e Telecom nessuna guerra, è solo concorrenza

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L’allargamento del tax credit per l’audiovisivo ai format di intrattenimento, purché con un dna italiano: questa la proposta che esce dall’incontro ‘Il valore della produzione’ organizzato da Apt – Associazione produttori televisivi a Milano. Il suggerimento arriva direttamente da Antonello Giacomelli, sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico con delega alle comunicazioni.

“Le linee guida sul servizio pubblico emanate dal governo più di un anno fa in sede di nomine Rai già segnavano una strada di internazionalizzazione, e lo stesso ddl sull’audiovisivo scritto con Franceschini parlava di un’estensione del tax credit alla produzione televisiva, anche non sui formati di intrattenimento”, ha spiegato.

Antonello Giacomelli, Sottosegretario di Stato del Ministero dello Sviluppo Economico con delega alle comunicazioni

“Ma poi i produttori non riescono a farsi valere, o i dirigenti del servizio pubblico dicono che le linee guida non sono chiare o che mancano risorse: dovremo ripetere e chiarire ulteriormente queste linee”. Su questo punto Giacomelli definisce però dei limiti: “Diventerebbe un po’ imbarazzante immaginare politiche fatte con risorse pubbliche per sostenere realtà internazionali: serve almeno un coprotagonismo italiano, non necessariamente pubblico. Considero molto più scottante il tema dell’italianità qui che non per le squadre di calcio”.

Fra le questioni aperte della produzione televisiva indipendente anche quella dei diritti, per cui Giacomelli suggerisce l’apertura di un tavolo di trattative fra tutti i soggetti coinvolti. Un tema che per il direttore di Rai2 Ilaria Dallatana va invece subordinato all’individuazione di idee e formati da mettere alla prova: “So che è allo studio in Rai l’istituzione di uno slot dedicato alla programmazione di nuovi formati innovativi ed esportabili: potrebbe essere lo spazio in cui usare gli incentivi di cui parla il sottosegretario”, avrebbe dichiarato secondo quanto riporta l’agenzia Ansa. La questione quote e diritti è invece centrale per il presidente e AD di Endemol Shine Italy Paolo Bassetti, che aggiunge: “Ben venga una riforma del tax credit, ma senza inseguire un’idea di qualità che escluda l’intrattenimento, che può essere fatto molto bene: non si segua il modello del cinema per la tv, come è stato fatto in passato”. Per Gina Nieri, consigliere d’amministrazione di Mediaset, il modello da seguire è quello britannico (“diritti in cambio di partecipazione nella produzione”), ma un altro punto ancora più scottante è rappresentato dalla pirateria: “Ci sono quasi 3 milioni di abbonati certificati che trasmettono le partite di calcio. Noi che siamo i produttori dobbiamo guidare una battaglia di civiltà: o l’Europa vuole difendere le aziende che contribuiscono alla produzione di contenuti che salvaguardano la diversità culturale europea, o è una scommessa persa contro le piattaforme di video sharing. Serve un’alleanza fra tutti noi a Bruxelles”.

Giacomelli è poi stato interpellato anche sul tema della banda larga. “Quella fra Enel e Telecom non è una guerra”, ha detto, “si chiama concorrenza: non ci eravamo più abituati”. “Auspico che si continui in direzione di un progetto che fa bene ai competitor e quindi ai cittadini spingendo verso un’eccellenza di cui l’Italia ha bisogno”.

“Telecom ha un suo piano, Enel ha il suo, e il governo interviene sui 7300 comuni delle aree a fallimento di mercato: il fatto positivo è che dopo 20 anni ritorna in Italia una rete pubblica che impedisce un Paese a due velocità”, ha aggiunto, spiegando l’importanza che per il progetto ha Metroweb. “”Per noi è una garanzia”, ha detto, “Ha il know-how giusto, visto quello che ha fatto con la banda larga anche qui a Milano, poi saranno gli azionisti a decidere la collocazione migliore”.