La diffusione dei quotidiani cartacei in Italia nel 2015 “è in continua e inarrestabile discesa”, con una riduzione del 17% rispetto al 2014, passando da 3,4 a 2,8 milioni di copie giornaliere. Crescono invece al “ritmo promettente” del 23% le copie digitali, passate dalle 430mila giornaliere del gennaio 2014 alle 530mila di dicembre 2015. Il saldo, però, resta negativo dal momento che l’aumento di 100mila copie digitali non compensa la perdita quantitativa delle 800mila giornaliere cartacee. E nemmeno quella economica visto che le copie digitali hanno un costo inferiore. Questi alcuni dei dati contenuti nel rapporto dedicato all’industria italiana dei quotidiani realizzato da Asig, L’Associazione stampatori italiani giornali, e dall’Osservatorio tecnico ‘Carlo Lombardi’, presentata in occasione della giornata conclusiva della conferenza internazionale dell’industria editoriale e della stampa, promossa da Wan-Ifra (World Association of Newspapers and News Publishers) Italia 2016, svoltasi a Bari.
Secondo lo studio, anche la produzione si è ridotta dai 4,8 milioni di copie giornaliere nel 2014 ai 4 milioni di copie del 2015. Nei primi mesi del 2016 il trend diffusionale si conferma negativo: a marzo 2016 la diffusione è scesa sotto i 2,7 milioni di copie cartacee giornaliere contro i 2,8 milioni di fine 2015. Tra il 2012 e il 2015 le vendite tradizionali, edicola e abbonamento, hanno perso nel complesso poco meno di 400 milioni di copie annue. Rispetto a cinque anni fa, nel 2015 gli italiani che ogni giorno leggono un giornale sono 18,7 milioni, cioè il 22% in meno del 2010.
“Rispetto al 2014 il mercato pubblicitario tiene (-0,5% nel 2015) anche se il suo valore attuale (6,271 miliardi) negli ultimi cinque anni si è ridotto di un quarto. Il fatturato pubblicitario dei quotidiani nel 2015 (756 milioni) si è ridotto del 6,6%. E a raccogliere più pubblicità sono le televisioni con il 58,2%, mentre ai quotidiani resta il 12%”.
Secondo l’indagine, “anche se nel primo trimestre 2016 c’è una piccola ripresa del mercato pubblicitario complessivo, la stampa continua ad arretrare: -4,6% per i quotidiani, -3,9% per i periodici”.
Quanto alle “nuove abitudini di consumo dei media nel panorama internazionale, i dati indicano indicano che una consistente fetta degli investimenti pubblicitari verrà spostata sui dispositivi mobili”. Secondo ‘inMobi’ e ‘Globalwebindex’, citati dal rapporto, i consumatori trascorrono in media due ore e 14 minuti al giorno sui dispositivi mobili, contro gli 81minuti della tv, i 70 del pc, i 44 della radio e i 33 del quotidiano. Inoltre il 79% dei possessori di smartphone, consultano il loro terminale entro 15 minuti dal risveglio.
Quanto all’occupazione, il numero dei poligrafici al 31 dicembre 2015 è di 3.771 (-334 rispetto al 31 dicembre 2014), con una retribuzione annua lorda media di 40.799,16 (-3% rispetto al 2014). Il numero degli stabilimenti di stampa (66) è rimasto invariato rispetto all’anno precedente, mentre a fermarsi è stata una rotativa: al momento sono 115 quelle installate, la cui capacità produttiva è di 3.850.000 giri-cilindro all’ora (-0,8% rispetto al 2014).