Sabrina Provenzani – Nelle prossime settimane Facebook modificherà il suo algoritmo in modo da dare priorità agli aggiornamenti di amici e familiari nella News Feed. Lo ha annunciato ieri in un comunicato Lars Backstrom, engineering director del social network. “Facebook è stato costruito sull’idea di connettere le persone con i loro amici e familiari. […]. Per questo oggi annunciamo una modifica del nostro algoritmo di ranking della News Feed per far sì che tu non perda le storie postate dai tuoi amici”.
E’ la seconda modifica di questo tipo in un anno e mezzo, dopo quella di aprile 2015. Perchè è una brutta notizia per gli editori? Backstrom vi accenna più avanti nel comunicato: “Complessivamente, prevediamo che questo aggiornamento possa provocare un declino del reach and referral traffic per alcune pagine. L’impatto specifico dipenderà dalla composizione del pubblico. Per esempio, se molto del traffico dipende dall’attività di condivisione del contenuto da parte di utenti i cui amici siano attivi su quel contenuto con like e commenti, l’impatto sarà inferiore. Sarà maggiore invece nel caso di traffico proveniente direttamente dalla tua pagina”.

Un ulteriore colpo per gli editori, come sottolinea Casey Newton su The Verge: “E’ una mossa importante perchè Facebook domina la distribuzione globale delle news. Molti editori dipendendono da Facebook per un parte rilevante del loro traffico complessivo. Ora rischiano di vedere un crollo dei loro modelli di business basati sulla pubblicità online”.
Globalmente, cresce il numero di persone che consultano le news tramite la feed di Facebook, senza uscirne per visitare i siti di informazione. Se questi siti dovessero apparire sempre meno nella News Feed, il loro traffico rischia di precipitare e così la raccolta pubblicitaria.
Non solo: “Le decisioni di Facebook ormai influenzano non solo la fruizione ma anche la creazione dei contenuti. Quando lo scorso anno la società ha dichiarato che la News Feed si sarebbe gradualmente riempita di video, gli editori si sono affannati ad assumere registi e producers per adeguarsi”.
Nel suo articolo, Newton lancia una riflessione molto seria: “La mia impressione è che Facebook sia impegnato a far sì che i suoi utenti si sentano informati, ma che non abbia interesse a far sì che lo siano veramente”.