“Ho sentito parlare di questa idea, non nuova, di far nascere a Milano un Salone del libro che di fatto si sovrapporrebbe con quello di Torino”. A dirlo il Ministro Franceschini che ieri, domenica 10 luglio, interpellato dall’Ansa, ha commentato le voci, ormai sempre più insistenti che vedrebbero l’Aie, l’associazione Italiana Editori, pronta a far nascere un ‘Salone del Libro’ alternativo a quello di Torino a Milano.
“Vedrò giovedì il Presidente dell’Aie Motta e certamente parleremo anche di questo”, ha detto il ministro confermando comunque l’impegno del governo verso la manifestazione, assunto attraverso l’ingresso, a inizio 2016, del Ministero dei Beni Culturali e del Ministero dell’Istruzione, tra i soci fondatori della Fondazione che organizza la kermesse. “Rispetto ovviamente l’autonomia degli editori ma sarebbe davvero utile che anche l’Aie convergesse su questa scelta”, ha detto ancora. “Sono proprio i primi segnali positivi del 2015/2016 sul mercato del libro, che dovrebbero spingere pubblico e privato a fare sistema, come stiamo peraltro già facendo in molte iniziative legate al libro e alla lettura”.

Oltre al ministro Franceschini, in difesa della manifestazione sono intervenuti anche il neo sindato del capoluogo torinese Chiara Appennino, che ha definito il Salone del Libro “una ricchezza e una risorsa per Torino e per tutto il territorio” e il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, con l’assessore alla cultura Antonella Parigi. “Urgente la convocazione di un incontro con cui aprire un dialogo costruttivo”, hanno detto, specificando come “l’ormai trentennale storia del Salone del Libro ha reso Torino l’indiscusso punto di riferimento nazionale della promozione della letteratura e della valorizzazione dell’attività editoriale”.
Un’idea questa rimarcata anche dalla presidente della Fondazione, Giovanna Milella. “Fare il Salone del Libro a Milano invece che a Torino è contro la storia ed è contro il successo della manifestazione”, ha detto, non nascondendo i rischi di divisioni tra gli editori. “La proposta dell’Aie rischia di spaccare il mondo dell’editoria che non ha proprio bisogno, e di favorire alcuni editori a scapito di altri. Siamo nella fase di creazione dei nuovi assetti organizzativi e societari, aperti anche a soluzioni che prevedano una più attiva e diretta partecipazione dell’Aie”, ha poi aggiunto. “Siamo pronti ad ascoltare le proposte e posizioni di tutti. L’unico punto non negoziabile è la scelta di Torino come sede della manifestazione”.

“Milano è pronta e disponibile”, è stato il commento dell’assessore alla Cultura, Filippo Del Corno che su questo tema in settimana dovrebbe incontrare, stando a quanto segnala Ansa, l’Aie. “Fermo restando che si tratta di una scelta autonoma dell’Aie, si riconosce a Milano un ruolo di leader” nel settore non solo perché qui si concentra la maggior parte delle case editrici ma anche per le iniziative “innovative di diffusione della cultura” e della lettura. “La nostra volontà – ha concluso – è di stare in ascolto. Milano è pronta e disponibile”.
Al momento, nessuna dichiarazione è stata ancora rilasciata da Federico Motta, presidente dell’Aie, che, ricordiamo, lo scorso settembre ha dato le dimissioni dal consiglio di amministrazione della Fondazione lamentando scarso coinvolgimento. Ma, scriveva ieri ‘Il Corriere della Sera’ qualcosa di più concreto, se non addirittura un progetto con al centro Fiera Milano, potrebbe uscire dopo l’incontro degli organi direttivi della associazione in programma martedì 12 luglio.