Vogliamo diventare un grande gruppo multimediale, dice Urbano Cairo. L’editore di La7 su Rcs: sono fiducioso, nonostante il cuore del Cda batta per l’Opa di Bonomi. Intanto pensa a nuovi canali tv a partire da gennaio

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“Su Rcs sono molto confidente, anche perchè abbiamo alzato l’offerta in modo rilevante”. Nella settimana decisiva per il futuro di Rcs, Urbano Cairo si esprime così sull’offerta per il gruppo editoriale che edita il ‘Corriere della Sera’ e ‘La Gazzetta dell Sport’ in occasione della presentazione dei palinsesti di La7 per la prossima stagione.

Urbano Cairo (Foto: Primaonline.it)

“Abbiamo ascoltato i suggerimenti degli investitori che abbiamo incontrato in giro per il mondo”, ha spiegato Cairo, sottolineando di aver incontrato circa 100 investitori tra Milano, Ginevra e Londra. “Quello che ci hanno detto è che il ‘progetto che lei ha ci piace molto'”, ha aggiunto. “Tutti gli advisor ci suggerivano di apportare una componente cash”, ha poi detto Cairo, ricordando che “nelle ore finali abbiamo deciso di aggiungere i 25 centesimi”.

Interpellato in merito alle valutazioni fatte dal Cda di Rcs sulla sua offerta e su quella di International Media Holding, con la cordata composta da Andrea Bonomi e da quattro soci storici del gruppo editoriale, il commento dell’editore è stato: “è evidente che il cuore del Cda Rcs batte per l’Opa di Bonomi“. “Con tutto il bene che si può volere al Cda – ha proseguito – questo consiglio è stato nominato dai quattro soci della cordata più Fiat e meno Bonomi. Mi sembrerebbe strano che fossero più propensi alla mia offerta…”.

Cairo ha quindi scherzato sulla ‘scomparsa’ di Stefano Simontacchi, consigliere di minoranza da lui indicato nel cda di Rcs e costretto a uscire dai consigli quando si parla delle offerte pubbliche sul gruppo. “Il nostro consigliere – ha detto Cairo – dev’essere stato deportato in un Paese lontano, non lo vedo da mesi. Chiamerò ‘Chi l’ha visto’… non può partecipare ai consigli come Costa, che invece esce e poi rientra”.

“Vedremo la conta delle azioni”, ha concluso. In caso di vittoria della sua offerta, l’editore intende comunque risalire nel capitale della sua Cairo Communication per evitare una eccessiva diluizione. Nel caso ‘estremo’, ossia qualora Cairo riuscisse ad arrivare al 77% di Rcs, infatti, l’editore di La7 si diluirebbe fino al 41% nella Cairo communication, ma “io amo controllare al 51%”, ha assicurato, “e quindi, a quel punto, lancerei immediatamente un ‘reverse accelerated bookbuilding’ (Rab) sul 5% delle azioni della Cairo communication per arrivare fino al 46% ed evitare l’opa. Voglio dare molta liquidità al titolo e, in questo momento, io sto operando e lavorando per vincere la partita”. “Abbiamo contatti con alcuni investitori professionali o amici interessati a prendere un ulteriore 5%” della Cairo ha detto poi, ricordando che così tornerebbe di fatto sopra il 50%.

In merito agli interventi che invece farebbe su Rcs, Cairo ha confermato l’intenzione di cambiare il cda: “Se, ad esempio, arrivassi al 40% io potrei revocare questo cda, cosa che farei subito, per nominarne uno nuovo e poter governare”. Luciano Fontana sarebbe invece confermato alla direzione del giornale: “il direttore del ‘Corriere della Sera’ è bravo”, ha detto Cairo. “Il giornale ha un direttore e dei giornalisti che sono autonomi”.

“La7 ha fatto un percorso molto importante, un turnaround notevole”, ha detto poi Cairo arrivando a parlare dell’emittente tv. “E’ reduce da una stagione positiva; malgrado la competizione in questa stagione ha mantenuto esattamente i suoi ascolti al 3% da settembre a giugno 2016; mentre La7 D è cresciuta bene” (+19% nei primi cinque mesi dell’anno), ha raccontanto, ribadendo la sua intenzione di “tenersi La7 strettissima in tutti i casi, se prendessi o meno Rcs”. “Sono risultati eccellenti, siamo soddisfatti”, ha sottolineato. Cairo ha anche sottolineato il dato del “6,5% di share sul target AA” per La 7.

Il programma che è andato meglio è stato Di Martedì condotto da Giovanni Floris “che con il 5,9% di share è il talk più seguito dell’anno” e che “quest’anno raddoppia con un allegato culturale” in seconda serata. A settembre torna anche “Crozza, che è sceso al 7,01% dall’11,44% del 2013, con un calo del 40%,” ed è in procinto di passare a Discovery sul Nove. Fare 21 puntate di ‘Crozza nel Paese delle Meraviglie’ “ci costava il 22% del budget destinato alle produzioni”, ha aggiunto Cairo, “così si libera un tesoretto da oltre 10 milioni di euro”, pronti per essere investiti altrove. Senza contare che “di questi 10 milioni con la raccolta pubblicitaria, escluse le repliche si ricavavano solo 5 milioni”.

Tra le novità per i palinsesti anche il “ritorno di Luca Telese da Mediaset”, con un contratto di due anni e “un programma sulla cronaca a partire da gennaio”; gli speciali di Enrico Mentana sul referendum costituzionale a partire da metà settembre; il ritorno in tv dei ‘Faccia a faccia’ di Giovanni Minoli, in onda da metà settembre la domenica alle 20:30; e Sabina Guzzanti con i suoi sketch satirici all’interno di Piazzapulita, sempre guidato da Corrado Formigli.

Il format di ‘Le invasioni barbariche’, invece, rimane nelle mani di La7. Cairo ha spiegato di non avere intenzione di riprenderlo a breve, smentendo così le voci circolate su un avvicendamento alla conduzione dopo l’addio di Daria Bignardi. Mentre esordisce già stasera con ‘Futbol’ Andrea Scanzi, che parlerà di calcio in estate ogni martedi’ alle 23.10 e, se il programma dara’ buoni risultati, potrebbe essere confermato in autunno. La 70a edizione di Miss Italia sarà condotta da Francesco Facchinetti.

Cairo ha inoltre confermato che “siamo pronti a lanciare nuovi canali a partire da gennaio 2017″, ma non ha svelato ulteriori dettagli, se non che la scelta di “Fabrizio Salini come direttore di rete” si spiega anche così: Salini, infatti, ha ricordato l’editore, di La7 è l’artefice del successo di Giallo e Focus. Canali che potrebbero trovare facilmente spazio sui “giga liberi della piattaforma multiplex di proprietà dell’editore”.

La raccola pubbliciaria dei periodici è “stabile al 3,5% nei primi sei mesi dell’anno”, mentre l’intero comparto fa segnare un segno meno in Italia; e anche la tv “cresce del 2%”, ha proseguito l’editore, prima di concludere: “vogliamo diventare un gruppo multimediale; questo è il motivo per cui cerchiamo di aggiungere i quotidiani, che non abbiamo, e anche una o due tv”. Alle quali potrebbe aggiungersi un canale interamente dedicato al Torino, la squadra di cui è presidente.