Siglato accordo tra la Rai e il broadcaster franco-tedesco Arte per promuovere le produzioni culturali in Europa e far conoscere l’Italia all’estero

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Dare vita a progetti co-produttivi europei ad alta mediazione culturale destinati alla distribuzione internazionale e alla programmazione nazionale. E’ il senso dell’accordo, o contratto di associazione, che oggi la Rai, attraverso il suo braccio commerciale Rai Com, ha firmato con Arte, broadcaster franco-tedesco a forte impronta europea con alta capacità culturale e di produzione audiovisiva. Una firma che nella Sala degli Arazzi di viale Mazzini ha visto protagonisti Gian Paolo Tagliavia, presidente di Rai Com, e Peter Boudgoust, presidente di Arte.

 

La partnership prevede inizialmente 200mila euro a testa, ma l’esiguità della cifra di partenza – hanno chiarito Tagliavia e Boudgoust nella conferenza stampa tenuta con la presidente Rai Monica Maggioni e il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto – ha valore simbolico, non vuole essere un indicatore economico. “Non ha alcuna relazione con le nostre ambizioni” in un settore così particolare e di forte appeal, hanno aggiunto, “dobbiamo guardare oltre e pensare al futuro della nostra collaborazione”.

L’intesa avrà durata biennale e a meno di disdetta sarà rinnovabile automaticamente alla scadenza. Ogni anno Rai Com e Arte individueranno di comune accordo una serie di progetti co-produttivi che saranno poi regolati da singoli accordi applicativi. Il contratto a due prevede che un rappresentante del gruppo Rai possa partecipare – a solo titolo consultivo – agli organi decisionali di Arte, e in particolare alla Conferenza dei programmi e all’assemblea generale del broadcaster.

Nel suo intervento la presidente Rai. Monica Maggioni, ha parlato di “orgoglio non formale ma sostanziale” per la firma di questo accordo. “Arte ha significato per me – ha detto ancora Maggioni riferendosi al suo percorso professionale – un riferimento chiave proprio per i suoi prodotti, per la capacità di racconto che tiene insieme la bellezza con la sostanza”.

Gian Paolo Tagliavia ha rilevato l’importanza di questo accordo che suggella la collaborazione eccellente e di lunga data tra Rai e Arte, aprendo alla produzione tv italiana “nuove prospettive in ambito europeo e internazionale rafforzando al tempo stesso la strategia di fondo di Rai Com che prevede che i propri obiettivi commerciali si armonizzino con quelli più generali di servizio pubblico”.

In una società come quella di oggi caratterizzata dalla comunicazione questo accordo-quadro, ha aggiunto Tagliavia, “ha finalità di sviluppare coproduzioni, sperando di trovare convergenze su progetti ideati e costruiti a quattro mani”.

Per Peter Boudgout questo accordo “va oltre i numeri e le parole, è un’associazione di grandissima portata. Già dagli anni Novanta è cominciata quella che potremmo definire ‘una storia d’amore’. Le cose importanti sono le idee che ci sono dietro le coproduzioni. In tempi come questi segnati da critiche e dubbi sulla costruzione europea – ha detto ancora il presidente di Arte – e dove sembra dominare l’euroscetticismo, accordi come questo vanno controcorrente e danno forza. Nostro compito è arricchire la produzione culturale europea, siamo un’emittente franco-tedesca ma con un uno spessore europeo, mostriamo una valida prospettiva attraverso piu’ punti di vista”.

Il presidente di Arte ha parlato anche di “forte contributo italiano alla cultura europea” e “investire 200mila euro a testa per le coproduzioni è una cifra bassa ma è un primo passo e speriamo che possa essere incrementata per dare continuità”. “La collaborazione sarà non solo sull’audiovisivo ma anche sui contenuti digitali“, ha aggiunto, e “da oggi Rai Com entra a far parte della nostra squadra (sono otto partner, ndr)” e Arte compie cosi’ “un altro passo avanzato nel suo progetto di canale europeo”.

Di “accordo importante per una media company che vuole assumere una dimensione internazionale” ha parlato il direttore generale della Rai. Un servizio pubblico – ha detto il dg Antonio Campo Dall’Orto – che vuol essere sempre più protagonista, “e poi c’è la missione di raccontare sempre più il nostro Paese fuori dai confini nazionali”. E nel sottolineare che “l’accordo l’avremmo fatto anche senza Brexit”, Campo Dall’Orto ha tenuto comunque a dire che si è in un contesto particolare, “oggi c’è una rilevanza in più perchè vogliamo dare un segnale ulteriore dell’essere parte di un luogo fatto di culture diverse (l’Europa, ndr) ma con forte spessore valoriale. Come pure portare nel nostro paese elementi culturali di altre realtà”.

Per il dg di viale Mazzini “qualità e cultura sono gli elementi forti di questo accordo, che è occasione per tutta la Rai, è anche un messaggio, cioè portare avanti progetti che arricchiscono. Questa è una occasione da non perdere”. Alla domanda se l’accordo sia la risposta Rai all’intesa che di recente ha visto allearsi le ‘cinque sorelle’ europee Sky (Irlanda, Austria, Gran Bretagna, Germania e Italia) nella produzione, Campo Dall’Orto risponde: “non agiamo in maniera tattico-strategica, non facciamo accordi perchè altri hanno fatto partnership. Noi teniamo alla collaborazione con altri partner europei per formare insieme una cultura europea”.