Il ‘Corriere’ deve muoversi secondo un suo registro, dice Cairo al ‘Foglio’. Servono più contenuti e c’è spazio anche per nuovi giornali. Gli interventi più urgenti in Spagna

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“Il Corriere deve continuare a muoversi secondo un suo registro. La linea deve essere quella decisa dal direttore, non quella imposta dall’editore”. Urbano Cairo, intervistato oggi dal ‘Foglio’ risponde così alle domande su quale sarà la linea politica del nuovo corso del quotidiano di Rcs dopo il successo della sua Opas.

Nel corso della chiacchierata con il direttore del giornale Cerasa, Cairo ha ribadito quali sono i punti chiave del suo piano per rilanciare il gruppo, soffermandosi sulla riduzione dei costi, il progetto di integrazione tra Rcs e Cairo Communication, lo studio di nuove iniziative editoriali sia in Italia che in Spagna. Più ricchezza editoriale, più contenuti, nuovi prodotti. “Non escluderei anche nuovi giornali”, ha spiegato l’editore di La7. “Settimanali o quotidiani è da vedere, ma lo spazio c’è”.

Urbano Cairo (foto Primaonline.it)

Dal suo punto di vista “Bisogna essere aggressivi. Pensare a grandi campagne di comunicazione. Ne dico una: perché per esempio non abbassare per un mese il prezzo del giornale per rendere per un determinato periodo il Corriere accessibile a un numero maggiore di persone?”. Ancora più urgenti sono per Cairo gli interventi da apportare alla divisone spagnola. “Ci sono giornali importanti come el Mundo che hanno perso più copie della media dei giornali spagnoli. E quando hai un giornale che due anni fa vendeva poco meno di 200 mila copie e ora ne vende circa la metà devi interrogarti non solo sui costi ma anche sul percorso editoriale”, ha spiegato.

Alla domanda su come vede il lettore del Corriere, Cairo lo ha definito con caratteristiche molto vicine allo spettatore della sua tv, La7. “Immagino persone che come me hanno a cuore un’informazione non urlata, approfondita”.

Tornando alla linea del giornale nel panorama politico italiano, “è l’era del quartismo”, ha detto Cairo, spiegando che questo non significa “non prendere posizione”, ma “ragionare senza avere pregiudizi, sapendo che le idee del Corriere possono coincidere a volte con le idee di qualche politico, ma restano idee del ‘Corriere’, che vanno al di là di tutti gli schieramenti possibili”.