L’Associazione italiana degli editori ha deciso di creare una nuova società con Fiera Milano per promuovere la lettura a partire da una nuova manifestazione. Una sorta di addio degli editori al Salone di Torino. “L’amministrazione e la fondazione di Torino decida di fare quello che vuole”, ha spiegato il presidente dell’Aie Federico Motta. “Noi iniziamo un percorso nuovo”.
A favore del progetto di costituire una nuova società per la promozione del libro, che sarà al 51% di Fiera Milano e al 49% di Aie, su 32 delegati presenti al consiglio generale 17 hanno votato a favore, 8 si sono astenuti e 7 sono stati i contrari. La nuova società si occuperà non solo dell’organizzazione della manifestazione prevista a Milano a maggio, ma anche di quella romana ‘Più libri più liberi’ e di una ulteriore manifestazione al sud che sarà itinerante. Eventi che si uniranno all’iniziativa ‘Io leggo perchè’ con cui gli editori per ogni libro donato alle biblioteche scolastiche o aziendali ne doneranno un altro.
“Recederemo dalla fondazione del libro di Torino”, ha detto ancora in conferenza stampa Motta. La decisione di uscire dalla fondazione è in realtà stata presa, ha specificato, “dal consiglio generale all’unanimità lo scorso 25 febbraio. Non è stato fatto finora per correttezza istituzionale visto che a Torino iniziava la campagna elettorale”. Non si tratta di “uno sgarbo istituzionale”, ha sottolineato, ma “della volontà di fare qualcosa”.

Immediate le reazioni. Tra gli editori, la prima ad esprimersi è stata la casa editrice Lindau ha preso posizione, dissociandosi dalle decisioni assunte dal Consiglio dell’Aie. “La posizione del Consiglio non è espressione degli associati, che non sono mai stati consultati“, ha affermato il direttore, Ezio Quarantelli. La casa editrice ha comunicato la sua intenzione “di valutare l’opportunità di rinnovare l’adesione all’Associazione” e ha invitato “i tanti editori che condividono il dissenso a costituire un Coordinamento a sostegno del Salone Internazionale del Libro di Torino”.
Di ugual tono le considerazioni di Sandro Ferri e Sandra Ozzola per l’editore E/O che, nel commentare la decisione di Aie, hanno anche annunciato la loro uscita dall’Associazione Italiana Editori. “Apprendiamo con rammarico la decisione presa dal Consiglio dell’AIE – Associazione Editori – con una risicata maggioranza a favore dello spostamento a Milano del salone del Libro. Questa decisione rivela la subalternità dell’associazione alle strategie dei grandi gruppi editoriali milanesi ed è stata presa senza un’ampia consultazione e tempestiva informazione degli iscritti”. “Non sono state certamente le frettolose consultazioni e le polemiche campaniliste di questi giorni a cambiare questo dato di fatto. Nel giro di poco meno di un mese ci ritroviamo a sorpresa senza il Salone del Libro di Torino che per trent’anni ha funzionato come una valida esperienza, soprattutto dal punto di vista degli editori indipendenti e dell’incontro tra autori, professionali del libro e lettori. Per noi è evidente che a Milano non ci saranno le necessarie garanzie per un’equa rappresentazione dell’editoria indipendente e per un valido progetto culturale. Sono sotto gli occhi di tutti le conseguenze dei processi di concentrazione editoriale e distributiva portati avanti dai grandi gruppi editoriali. Il rischio della riduzione degli spazi espressivi e commerciali, attraverso la concentrazione in poche mani di distribuzione, librerie e case editrici, si arricchisce oggi di un altro preoccupante tassello. A partire da oggi anche il Salone del Libro, che aveva garantito in questi anni buona visibilità e attenzione all’editoria indipendente e agli editori più piccoli, finisce nelle stesse mani che già controllano la maggior parte del mercato. L’AIE, che già adesso non annovera tra i suoi soci importanti editori indipendenti di cultura, perde così un’occasione per una politica di maggiore equità ed equilibrio capace di rappresentare i diversi interessi del mondo editoriale. Per questo motivo usciamo dall’Associazione e continueremo in altre sedi e forme la nostra battaglia per il pluralismo culturale”.
Di diverso avviso Stefano Mauri del Gruppo editoriale Mauri Spagnol e Renata Gorgani de Il Castoro. “Credo che oggi abbia vinto la voglia di fare qualcosa di nuovo che dia ad Aie la governance che le spetta di una fiera di settore come accade in Europa”, il primo commento del presidente e ad di GeMS. Si tratta di “una governance che lo statuto della fondazione non poteva assicurare. Torino – ha ricordato Mauri, che non fa parte del consiglio generale e quindi non ha votato – ha cominciato a rincorrere Aie con proposte più condivise solo quando ha appreso che aveva delle alternative concrete” e questo “alternando affermazioni tese a screditare Aie” a “offerte più generose ma sempre nella logica precedente”.
L’associazione degli editori “non ha mai posto la questione in termini di contrapposizione tra le due città – ha sottolineato – ma ha valutato le diverse opzioni sul tavolo. Avrebbe vinto l’ipotesi di costituire il progetto con Fiera Milano anche se non avessero votato i grandi gruppi editoriali. A mio parere, la Fondazione potrebbe concentrare con successo le energie su un grande festival letterario e culturale nella bellissima città di Torino”.
“La nuova Fiera del libro ci darà l’opportunità di reinventare le modalità della promozione del libro“, ha spiegato Gorgani. “Mi piacerebbe che fosse una fiera di ‘formazione’, capace di attrarre bambini e ragazzi, studenti, giovani che si affacciano al mondo del lavoro” ha aggiunto, spiegando, stando a quanto riporta l’agenzia Ansa, che per questo si dovrà “lavorare lungo tutto l’anno con scuole e università”. “La gestione degli editori condivisa con gli altri attori della promozione del libro, librai e bibliotecari prima di tutti – ha sottolineato – sarà garanzia di idee e innovazione. Anche l’intenzione di portare la fiera in altre zone d’Italia è molto interessante. Nelle regioni del Sud c’è molta voglia di partecipare e conoscere”. “Sono anche certa che Torino sarà in grado di rinnovarsi e di trovare una strada – ha concluso – che farà tesoro del patrimonio culturale accumulato in questi anni”.
“Oggi gli editori hanno scelto di dare vita a un grande progetto per la promozione del libro e della lettura in Italia, finalmente in qualità di protagonisti”, è stato il primo commento di Enrico Selva Coddè, amministratore delegato di Mondadori Libri. La scelta, ha assicurato, “non nasce in una logica di competizione tra città, bensì di valutazione tra proposte e modelli diversi.” Dal suo punto di vista la decisione è maturata “dopo un lavoro attento e approfondito durato mesi, svolto da una commissione trasversale nella quale tutte le parti dell’associazione, ciascuna con le proprie e differenti peculiarità, hanno valutato fianco a fianco una molteplicità di proposte. La convinzione, ovviamente, è che questa sia la strada giusta per dare un contributo vero allo sviluppo del mercato del libro, in tutta la sua filiera, non meno che della lettura sull’intero territorio nazionale”.
“La parola ‘scippo’ non mi appartiene, ci serve un progetto forte che possa aprire un nuovo ciclo trentennale del Salone con Torino come capofila e punto di riferimento”, ha detto il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, commentando la decisione dell’Aie. “Alla luce della decisione presa dal Consiglio Generale dell’Aie, sentiamo la necessità di lanciare un nostro progetto altamente innovativo, un progetto nazionale”. “Insomma, il futuro del Salone dipende dal progetto che riusciremo ad elaborare: non possiamo pensare di fare leva solo sulle divisioni interne all’Aie, correndo il rischio di fare due ‘saloncini'”.
Chiamparino ha anche annunciato la decisione di far slittare il rinnovo degli organi della Fondazione per il Libro. “Venerdì ci sarà l’assemblea dei soci della Fondazione: sarà un’occasione utile per un primo confronto, credo non sia prudente in questa fase procedere con le nomine”, ha spiegato. “Le rimandiamo a dopo agosto, quando il progetto sarà più definito”. Una posizione questa condivisa anche dall’ex ministro della Cultura, Massimo Bray, presidente in pectore della Fondazione. “Ho già parlato con Bray, che è disponibile a lavorare su queste linee guida, ma ovviamente prima ci deve essere un’idea chiara da sviluppare, e poi si potrà parlare di rinnovo degli organi della Fondazione per il Libro”.
“Le affermazioni del dottor Motta, rese con il tono che lo contraddistingue almeno da quando ho avuto il piacere di conoscerlo, dimostrano quale fosse il suo obiettivo fin dallo scorso ottobre. A questo punto, e lo dico con toni meno sgradevoli dei suoi, la sfida è accettata”, ha aggiunto ancora in una nota, Chiamparino. “Noi ora ci prendiamo il tempo strettamente necessario per elaborare un progetto innovativo con le diverse personalità che, a cominciare da Massimo Bray, hanno dato la loro disponibilità. Giocheremo le nostre carte sul piano dell’innovazione culturale con un progetto che segni discontinuità con il passato e un rilancio forte del Salone del Libro, un progetto che, anche in considerazione dell’intesa e del sostegno al Salone da parte del Mibact e del Miur, abbia come obiettivo la promozione di tutte le forme di lettura a livello nazionale”.
“L’obiettivo del dottor Motta era chiaro. Noi andiamo avanti per la nostra strada: il Salone del Libro è un valore aggiunto per Torino e per il Piemonte e l’edizione 2017 si farà”ha detto, Chiara Appendino, sindaco 5Stelle di Torino, ribadendo quanto detto da Chiamparino sulla necessità di ripartire puntando sull’innovazione. “Lavoreremo con gli editori che non la pensano come il dottor Motta e che si renderanno disponibili”, ha aggiunto citando il supporto del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, del Miur, della Regione Piemonte e di Banca Intesa San Paolo”.
“Erano evidentemente troppi gli errori del passato che hanno portato a questa situazione”, ha aggiunto poi. “Appena insediati, anche per l’eco dirompente dell’inchiesta giudiziaria che ha portato alle misure cautelari di diverse persone, abbiamo azzerato i vertici della Fondazione e rinegoziato il contratto con GL events, ottenendo il dimezzamento del canone d’affitto e un sostengo finanziario – ricorda la prima cittadina. Anche Itedi ha manifestato la sua disponibilità a supportare la manifestazione del 2017 assicurando una forte partnership. Ma erano evidentemente troppi – ribadisce – gli errori del passato che hanno portato a questa situazione. Abbiamo appreso che il dottor Motta, già dal 25 dello scorso febbraio, aveva deciso di deliberare l’organizzazione di un evento concorrente a Milano, cosa che avrebbe potuto dire onestamente fin dal principio. Sapremo cogliere l’occasione per rinnovare il format, mettendo a sistema le competenze di ciascun partner per rendere Torino ancora di più la capitale del Libro e della lettura”.
Sul fronte milanese l’ad di Fiera Milano Corrado Peraboni, ha espresso tutta la sua soddisfazione per la joint venture con Aie. “E’ una grande soddisfazione e un bellissimo regalo alla città”. “Milano è la capitale dell’editoria ed è giusto che abbia una manifestazione di livello nazionale sul libro. Adesso ci aspetta la definizione del progetto a cominciare dalla scelta del nome che sarà comunicato a settembre”, ha aggiunto, specificando che sarà un nome italiano “perché la manifestazione si richiama alla cultura italiana nel suo insieme”. “C’è infatti nel progetto il coinvolgimento per ogni edizione di una grande città del sud a rotazione. Forse si partirà da Bari e via via si andrà in tutte le altre”. Per il primo Salone del libro alla Fiera di Milano, gli organizzatori prevedono prudenzialmente di realizzare gli stessi numeri dell’ultima edizione della fiera realizzata a Torino. “Pensiamo di arrivare a break even dalla terza edizione”.
Pronto a collaborare con l’Aie e Fiera il Comune di Milano. “Metteremo a disposizione di questo nuovo progetto il ‘modello Milano'” – ha spiegato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno, “un format già di grande successo che prevede un ampio coinvolgimento della città e di tutte le sue componenti creative e imprenditoriali”. In città esistono già manifestazioni come Book City, che quest’anno si svolgerà a novembre, e il patto per la lettura che potranno avere una forte connessione con la nuova fiera del libro. “Il Comune di Milano – ha concluso – è pronto a condividere con tutti gli editori e con Fiera Milano il nuovo percorso di respiro nazionale per la promozione del libro, dell’editoria e della lettura”.