Non ci sentiamo rappresentati da questa Associazione. Dieci editori si dimettono da Aie dopo la decisione di lasciare il Salone del Libro di Torino

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Continua il dissenso tra gli editori dopo la scelta annunciata ieri da Aie di lasciare il Salone del Libro di Torino e fondare una nuova manifestazione libraria a Milano. Dopo la prima manifestazione di dissenso di ieri, oggi dieci editori hanno scritto una lettera di dimissioni all’Aie. “Non ci riconosciamo né in questa scelta dell’associazione né tantomeno nella modalità di determinarla, non ci sentiamo insomma rappresentati da questa Associazione”. “Pertanto diamo qui le nostre dimissioni dall’Aie con effetto immediato”. I firmatari della missiva sono add editore, Edizioni e/o, Iperborea, LiberAria Editrice, Lindau, Minimum fax, Nottetempo, Nutrimenti, SUR, 66thand2nd.

La richiesta degli editori è che, visto “il venir meno di un numero consistente di soci e al tempo stesso il malcontento di altri soci che restano iscritti, la Presidenza dell’Aie voglia riconsiderare le sue posizioni e i suoi atteggiamenti, al fine di diventare davvero un soggetto rappresentativo”. “Il modo in cui è stato gestito l’affaire Salone del libro – hanno spiegato – ha creato un forte malcontento da parte di molti editori soci”. Al di là della scelta fatta (“ben venga – hanno osservato – un’altra fiera ma perché in concorrenza e negli stessi giorni?”) alle case editrici dimissionarie non sta bene il modo in cui è stata presa la decisione, ovvero “senza una seria, reale e approfondita consultazione di tutti i soci”. “Ci auguriamo che, trattandosi di un’associazione che ha l’ambizione di rappresentare un’ampia parte del mercato editoriale italiano (il sito istituzionale parla del 90%: forse facendo riferimento ai fatturati e non certo alla reale pluralità dei soggetti operanti nel settore), ma il cui maldestro operato in questo frangente ha come primo effetto tangibile il venir meno di un numero consistente di soci e al tempo stesso il malcontento di altri soci che restano iscritti, la Presidenza dell’Aie voglia riconsiderare le sue posizioni e i suoi atteggiamenti, al fine di diventare davvero un soggetto rappresentativo, efficace e in cui tutti gli editori – pur con la naturale diversità, tema certo a noi molto caro – possano sentirsi ascoltati e riconoscersi”.

Intanto Ezio Quarantelli, direttore Lindau, che ieri per primo si era dissociato dalla decisione, lanciando l’idea di un Coordinamento di editori a sostegno dell’appuntamento di Torino, ha accolto l’invito di Giuseppe Laterza di raccogliere intorno ad un tavolo a Bologna gli editori per trovare un modo serio di promuovere la lettura.

“Il comunicato stampa diffuso ieri dall’Associazione Italiana Editori a conclusione del Consiglio generale è un concentrato di ipocrisie, indegno di una istituzione che dovrebbe rappresentare una voce importante della cultura italiana e non soltanto una consorteria di mercanti”, ha detto, come riporta l’agenzia Ansa. “È sufficiente dire che l’Aie dichiara la necessità di dar vita a un grande progetto per il libro e per bene avviarlo decide di affossare l’unico grande appuntamento nazionale dedicato al libro che conosce da trent’anni un successo crescente! Ed è sufficiente aggiungere (da mettere nel conto dell’ipocrisia) che l’Aie si dichiara comunque disponibile a collaborare con Torino e per far questo punta a organizzare un salone a Milano grosso modo negli stessi giorni di quello di Torino. Una cosa è però chiara ed è bene che il ministro Franceschini e tutti i rappresentanti delle istituzioni ne siano consapevoli: l’Aie non rappresenta più gli editori italiani. Ne rappresenta alcuni ma non tutti (come del resto ci ha ricordato la decisione della casa editrice E/O di lasciare l’Associazione)”.

“E è ora che gli altri – quelli che non si sentono più rappresentati – prendano l’iniziativa e creino altre forme di presenza e collaborazione. Per quanto ci riguarda ribadiamo l’invito a costituire un Coordinamento nazionale a favore del Salone Internazionale del Libro di Torino e per una politica del libro e della lettura, e per questo accogliamo subito l’invito di Giuseppe Laterza di incontrarci per parlare della questione in un luogo terzo come la grande biblioteca Salaborsa di Bologna, e ‘metterci tutti intorno a un tavolo per capire cosa fare di serio per promuovere la lettura!'”.

Sul fronte politico oggi si è espresso anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che, al termine del consiglio comunale ha parlato di un incontro in programma la prossima settimana con i rappresentati degli editori e di Fiera Milano. “Visto che la decisione c’è, a questo punto governiamola e cerchiamo di farla diventare una opportunità per Milano”. “Fino a oggi non sono voluto intervenire più di tanto su questo tema – ha concluso – perché mi sono chiare le delicatezze del rapporto con Torino”.