“La decisione del Senato di invertire l’ordine del giorno della seduta odierna, impedendo la conclusione della votazione degli emendamenti e il voto finale del ddl di riforma della legge sull’editoria, suscita rammarico e disappunto”. Lo affermano, in una nota, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi, riferendosi alla decisione del presidente Grasso di iniziare i lavori a Palazzo Madama con la relazione della Giunta delle Immunità sulla richiesta di arresto del senatore Gal Caridi, facendo di conseguenza slittare, come poi in seguito richiesto dal vicepresidente del Senato Calderoli, il proseguimento dei lavori e dell’approvazione del ddl a settembre.

“È necessario che tale votazione riprenda nella prima seduta di settembre. In tal senso, la Fnsi chiede l’impegno dell’ufficio di presidenza del Senato, oltre che della Camera, che dovrà comunque riesaminare il testo in seconda lettura”, sollecita la federazione, ribadendo che per il 12 settembre insieme con le Associazioni regionali verrà promossa “una seconda Giornata nazionale di mobilitazione per chiedere l’immediata approvazione della riforma dell’ editoria e la calendarizzazione dei provvedimenti sulla cancellazione del carcere per i giornalisti e per affrontare il problema delle cosiddette querele temerarie, entrambi fermi al Senato”.
“Ddl editoria in Aula alla prima seduta utile del Senato” è stato invece l’invito rivolto dalla presidenza della Fieg al presidente del Senato Grasso. “Gli interventi di riforma contenuti nel disegno di legge sono necessari per il settore e richiedono tempi certi e rapidi di definizione”, ha detto Costa. “Dopo un lunga e fruttuosa discussione, che ha visto tutte le componenti della filiera coinvolte anche su sollecitazione degli editori, l’improvviso stop odierno può e deve essere recuperato sia dal Senato con la immediata fissazione della discussione in Aula, sia con il successivo rapido esame da parte della Camera dei deputati”. Il presidente Costa è convinto che “l’invito sarà accolto per dare risposte concrete e coerenti con le manifestazioni di consenso sulle misure in via di definitiva approvazione”.
“Gli editori dovranno avere pazienza per l’approvazione di una legge che punta a dare loro del denaro pubblico, senza neanche obbligarli a documentare che pagano i giornalisti”. Il commento del presidente dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, ripreso da Ansa. “L’eccesso di fretta non è stato un buon consigliere. Il Senato deve ancora approvare diversi emendamenti, c’è tempo per riacquistare consapevolezza delle necessità del settore, in modo tale da tutelare cittadini e giornalisti e non solo gli editori”. Quanto alle nuove regole sul Consiglio dell’Ordine, Iacopino ha spiegato che “è stata scelta una soluzione che renderà difficile la gestione. Ad esempio: quali delle quattro minoranze linguistiche rimarranno escluse, visto che si prevede di rappresentarne solo due?”.