Mediaset risponde alle accuse mosse dal Cda di Vivendi sulla vicenda Premium. In una nota, diramata dopo la presa di posizione della media company francese che ha accusato il gruppo di Cologno di aver gonfiato artificialmente i numeri della pay tv muovendo attacchi mediatici lesivi a trattative in corso, il Biscione ha definito i dati relativi alla pay tv “veri, realistici e inconfutabili“, ribadendo come “il contratto concluso l’8 aprile non sia un preliminare, come vorrebbero far credere le argomentazioni improvvisate da Vivendi, ma un testo definitivo e irrevocabile firmato dall’amministratore delegato Arnaud De Puyfontaine”.
Anche Fininvest è intervenuta sulla vicenda, respingendo come “priva di fondamento” la ricostruzione dei fatti diffusa da Vivendi e riaffermando “l’assoluta linearità e correttezza dei comportamenti suoi e della controllata Mediaset”. La holding “ribadisce di aver assunto le proprie determinazioni solo successivamente alle comunicazioni di Vivendi”, definendo “stupefacente” il fatto che la stessa Vivendi “abbia l’ardire di indossare i panni del danneggiato”.
In merito al comunicato stampa diffuso oggi da Vivendi, Mediaset precisa che quanto dichiarato è destituito da ogni fondamento giuridico e commerciale. E’ quindi opportuno ribadire la verità dei fatti.
– Il contratto concluso l’8 aprile non è un preliminare, come vorrebbero far credere le argomentazioni improvvisate da Vivendi, ma un testo definitivo e irrevocabile firmato dall’amministratore delegato Arnaud De Puyfontaine. Il contratto prevede esplicitamente l’impossibilità di modificare i termini e le condizioni dell’accordo a seguito dell’attività di due diligence.
– I dati consegnati da Mediaset a Vivendi oltre un mese prima della firma sono veri, realistici e inconfutabili. E’ sulla base dei dati pienamente condivisi da Mediaset e Vivendi che l’accordo è stato chiuso.
– Alla data del 25 luglio, quando Mediaset ricevette la lettera voltafaccia di Vivendi, le due parti non stavano “ancora discutendo”. Tutto era stato già discusso, altrimenti non avrebbe avuto senso firmare un contratto finale e vincolante. Non c’è mai stata nessuna volontà da parte di Mediaset di rinegoziare in alcun modo i termini del contratto stesso. E le prese di posizioni mediatiche di Mediaset e Fininvest sono successive alla lettera del 25 luglio, lettera dai contenuti gravissimi di cui è stato obbligatorio informare il mercato.
– La procedura antitrust è stata gestita da Vivendi senza condividere con Mediaset le informazioni fornite alla Commissione, in palese violazione di quanto previsto dal contratto. Il termine del 30 settembre è prorogabile nei casi espressamente previsti dal contratto.
– Il report di Deloitte menzionato da Vivendi è soggettivo e di parte, commissionato dall’acquirente senza l’approvazione di Mediaset.
– Infine, per quanto riguarda la prima udienza della causa intentata da Mediaset il termine del 27 febbraio 2017 si riferisce ai termini minimi previsti dalla legge. Mediaset si riserva di adottare ogni mezzo previsto dal codice per accelerare la discussione e la decisione della vertenza.
Fininvest riafferma l’assoluta linearità e correttezza dei comportamenti suoi e della controllata Mediaset; respinge in toto perché assolutamente priva di fondamento la ricostruzione dei fatti diffusa oggi da Vivendi; ribadisce di aver assunto le proprie determinazioni solo successivamente alle comunicazioni di Vivendi che hanno rivelato la gravissima intenzione di non adempiere agli accordi contrattuali vincolanti stipulati; trova a dir poco stupefacente che la stessa Vivendi, il cui scorretto e inaccettabile comportamento è all’origine di quanto sta avvenendo, abbia l’ardire di indossare i panni del danneggiato.