Mediaset ha presentato una denuncia al regolatore del mercato azionario francese (l’Autorité des marchés financiers, Amf) invitando l’autorità a chiedere a Vivendi di correggere dichiarazioni pubbliche che il gruppo media francese ha fatto durante la ‘guerra’ ancora in corso sul mancato acquisto di Premium. Lo segnala l’agenzia Bloomberg, secondo la quale in una lettera Mediaset chiede alla Consob francese di prendere “tutte le misure appropriate ” perché Vivendi corregga le sue dichiarazioni.
“Nessun elemento che Vivendi o i suoi advisor facciano emergere dalle due diligence successive alla firma del contratto può evitare il closing e le condizioni” di vendita di Premium al gruppo media francese, sostiene Mediaset nella lettera inviata all’Autorité des marchés financiers (Amf) per contestare la parte dell’ultima semestrale di Vivendi incentrata sul contenzioso con il Biscione.

Mediaset cita testualmente il contratto di vendita di Premium a Vivendi e, in particolare, spiega che la società di consulenza Deloitte aveva il mandato di verificare il numero di abbonati alla pay tv e la loro redditività media (Arpu) al dicembre 2015, confermando le cifre indicate da Mediaset e Rti nel contratto (la società controllata dal Biscione che ha in capo la pay tv). Il Biscione chiede alla Consob francese di far correggere le parti della relazione semestrale di Vivendi che riguardano Premium “per ristabilire anche nei confronti dei mercati finanziari una comunicazione esatta, precisa e sincera”.
Intanto, secondo quanto riporta oggi ‘Il Sole 24 Ore’, Mediaset, in vista della scadenza del 30 settembre (data alla quale, secondo i francesi il contratto non sarebbe più valido) starebbe valutando la richiesta di procedura d’urgenza per il contenzioso con Vivendi. L’obiettivo sarebbe quello di ottenere una prima udienza già in autunno, ben in anticipo rispetto alla data del 17 febbraio 2017 assegnata in via ordinaria, precostituendo uno scenario in cui sia plausibile “arrivare a sentenza di primo grado nel giro di 6 mesi”. E non è escluso neppure che in questa ottica, conclude il quotidiano, Mediaset possa avviare qualche azione anche in Francia.
Secondo il giornale in questi tempi i contatti tra le due società per arrivare a una soluzione non si sarebbero interrotti, e un’ipotesi potrebbe essere quella di coinvolgere un terzo soggetto “nell’azionariato di Premium”, individuabile in Telecom Italia, che però, stando alle parole dell’ad Flavio Cattaneo, non sarebbe interessata.
In questo scenario, conclude il giornale, torna farsi largo il nome di Sky. In settimana l’elvetica Ubs si era spesa a favore dell’ipotesi di un accordo tra Murdoch e Berlusconi, con “indubbi vantaggi per entrambi i gruppi”. Nei primi contatti che c’erano stati l’ostacolo principale era rappresentato dal prezzo, con Sky pronta a mettere sul piatto 600 milioni, cifra ben più bassa rispetto all’1,1 miliardo di euro di valore attribuito da Mediaset a Premium. Ma adesso, in caso “Mediaset ricavasse qualche forma di risarcimento monetario” da Vivendi, i prezzi potrebbero avvicinarsi.