“Siamo editori che operano in una logica di libertà. E siamo ambiziosi, ma non arroganti”: così il presidente dell’Aie, Federico Motta, ha presentato Tempo di libri, la nuova fiera del libro di Milano, liquidando senza ulteriori spiegazioni lo scontro che negli ultimi mesi ha arroventato i rapporti con Torino dove da trent’anni si svolge il Salone del libro, confermato anche per il prossimo maggio dal 18 al 22. Due percorsi paralleli che resta da verificare quanto gioveranno al mondo del libro e all’industria editoriale italiana.

Milano ha fatto quadrato con il suo sindaco, Giuseppe Sala, l’assessore alla Cultura, Filippo Del Corno, e il presidente della Regione, Roberto Maroni, attorno a questa nuova manifestazione che ha come partner degli editori Fiera Milano Rho e che, ha precisato Motta, “è intimamente legata a questa città, ma dal 2018 sarà la prima tappa di un progetto allargato anche ad alcune aree del Sud Italia”.
Chiara la volontà di spegnere le polemiche con Torino, meno chiari i contenuti specifici per differenziare Tempo di libri che Renata Gorgani, presidente della società organizzatrice Fabbrica del libro (51% Fiera Milano Rho, 49% Aie), ha illustrato a grandi linee presentando l’organigramma (manca il responsabile del digitale che verrà sceto a breve) che ora lavorerà concretamente ai contenuti del progetto: “Abbiamo raccolto l’eredità di tutte le fiere del libro a cui in tanti Paesi abbiamo partecipato, ma abbiamo anche l’ambizione di fare qualcosa di nuovo”, ha detto.
In programma dal 19 al 23 aprile 2017, in concomitanza, l’ultimo giorno, con la Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore, la manifestazione ha come logo un libro illuminato dal sole che diventa una meridiana.

L’obiettivo della manifestazione, hanno spiegato gli organizzatori alla presentazione a Palazzo Reale, è quello di proporre un nuovo modo per avvicinarsi al libro “meno passivo e più interattivo”. Parte fondamentale nel programma avranno, oltre a tutti i professionisti del settore, anche le scuole e le Università.
Chiara Valerio, Pierdomenico Baccalario e Giovanni Peresson saranno i responsabili del programma e faranno parte di un più ampio Comitato Scientifico che avrà il compito di discutere le linee guida sui contenuti generali dell’evento. Coordinato da Renata Gorgani, presidente della nuova Fabbrica del Libro, il comitato vede la Valerio responsabile del programma generale, Baccalario di quello da 0-18 anni e Giovanni Peresson di quello professionale. Gli altri componenti del Comitato sono gli editori: Luigi Brioschi, Mirka Daniela Giacoletto Papas, Roberto Gulli e Antonio Monaco, l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno, il presidente dell’Associazione Librai Italiani Alberto Galla e il direttore del Sistema Bibliotecario di Milano, Stefano Parise oltre al presidente di Fiera Milano Roberto Rettani, l’amministratore delegato de La Fabbrica del Libro Solly Cohen e l’advisor culturale Fiera Milano Roberto Vallini. Con Luca Formenton, di Bookcity, invitato permanente.
“Tempo di libri è un progetto che vuole cambiare radicalmente le dinamiche del libro e della promozione nel nostro Paese. Questo perché ci sentiamo liberi”, ha detto Federico Motta. “Si può organizzare un grande evento culturale senza chiedere contributi pubblici”.
“L’idea è di fare una fiera estremamente interattiva. Ci saranno gli autori amati ma vorremmo che il pubblico partecipasse. Quel pubblico che commenta i libri in rete, li fa in rete”, ha spiegato invece Renata Gorgani. “Ci piacerebbe che la fiera fosse una grande piazza di incontri dove vengono anche i non-lettori” ha spiegato la Gorgani.
“Milano si mette a disposizione, è un evento fieristico ma vogliamo allargare la partecipazione a tutti i cittadini”, il commento del sindaco di Milano, Giuseppe Sala. “Milano mette il suo ‘tocco magico’, con la collaborazione dei milanesi” che “saranno coinvolti non solo in fiera, di giorno”, ma in una “esplosione serale” di eventi cittadini in stile ‘fuorisalone'”, ha aggiunto poi, riferendosi agli eventi serali che verranno realizzati con la collaborazione di BookCity.
“Noi non abbiamo voluto entrare nella querelle tra Milano e Torino, ci ha pensato la Fiera e sono molto soddisfatto. La decisione presa è presa dagli editorie va bene così, Milan l’è un gran Milan”, ha detto il governatore della Lombardia, Roberto Maroni. “E’ il giusto riconoscimento anche da parte dei numeri della città e della Lombardia, ma Torino e Milano sono vicine, con l’alta velocità, dobbiamo collaborare”.
“Credo che fare la fiera qui sarà utile anche per Torino. Milano è un palcoscenico internazionale”, ha aggiunto. “Ne ho parlato con Chiamparino questa mattina e penso che questa vicenda si possa considerare chiusa. Partiamo con tutto lo slancio anche da parte delle istituzioni” ha sottolineto. “Sono soddisfatto di questa iniziativa che ha concluso una vicenda complicata tra le due città e il governo che si è messo di mezzo”.