Chiara Appendino: sento spesso Grillo e Casaleggio, ma poi decido io. Parte da Torino il viaggio del ‘Corriere della Sera’ che con Agenda Italia intervista i sindaci di quattro importanti Comuni

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di Carla Piro Mander – E’ cominciato da Torino il viaggio di ‘Agenda Italia‘, condotto dal ‘Corriere della Sera’ e dal suo direttore Luciano Fontana. Quattro città, quattro interviste ai sindaci che le guidano, con l’intenzione di capirne i disegni e di seguirne lo sviluppo (seguiranno Milano, Roma e Napoli). E’ Torino, una delle città che – ha detto Fontana aprendo i lavori – ha riservato maggiori sorprese alle ultime elezioni.

Chiara Appendino e Luciano Fontana

“Quanto cambia la vita di chi governa?”, “si aspettava di vincere?”, “è consapevole che se vince il sì diventerà senatrice?” sono alcune delle domande poste alla sindaca Chiara Appendino da Fontana che ha poi toccato gli argomenti più caldi di questi primi 5 mesi di lavoro del governo cinque stelle: la questione delle mostre annullate, la posizione sulla tav, le periferie.

“La vità è cambiata molto, dice Appendino. Ho fatto cinque anni di opposizione e forse dormivo sonni più tranquilli. Affronto le difficoltà quotidiane. Ho sempre creduto che avrei potuto vincere, e credo anche che nella vita ci debba essere un po’ di incoscienza, ma non è stato solo merito mio, piuttosto della squadra che con me ha lavorato”.

E sulla tav? incalza Fontana: “da sempre dico che sono contraria e penso che quella sia un’opera inutile, ma so che non è un sindaco che può fermare l’opera”. Più sfumata la posizione sulla questione delle periferie: “credo che periferia non sia solo una connotazione fisica”, dice Appendino. “Il nostro obiettivo è ridurre le differenze fra la varie parti della città, ci concentreremo sulle zone dove il tasso di scolarità è minore, il degrado maggiore. Si tratta di ricucire la città”.

Sui conti del comune la sindaca dice di aver “avviato un percorso per verificare eventuali disallineamenti economici che porterà a chiarire e a riferire in Consiglio di criticità che probabilmente esistono”, e sul progetto di città futura delinea un doppio binario : esaltazione della vocazione imprenditoriale e sostegno alla cultura e al turismo per attirare le persone a Torino. Insomma una visione tutto sommato tradizionale di governo e di sviluppo che non sembra per ora discostarsi molto dal modello di governo degli utlimi vent’anni, concordia istituzionale compresa.

“Ha buoni rapporti con Chiamparino e con Renzi”, dice il direttore, e così con Grillo e Casaleggio. “Grillo e Casaleggio li sento spesso, sono due persone essenziali, ma poi c’è un sindaco che decide e risponde a chi lo ha eletto; ho rispetto dei ruoli istituzionali e con Renzi sto lavorando per Torino, lui ha promesso il G7 qui in città e noi siamo pronti”.

Ultime battute sulla Città metropolitana “qualcuno – dice Appendino – deve avere il coraggio di modificare la legge sulle città metropolitane, che così non funziona e c’è un problema di risorse”. Lo sa – conclude Fontana – che se al referendum vince il sì potrebbe diventare senatrice? “Sì, e spero vivamente che non succeda. Non è possibile fare il senatore e il sindaco insieme”. Come si vede in futuro? “Cinque anni da sindaco e poi torno alla mia famiglia”.

Chiara Appendino e Luciano Fontana